Corriere di Verona

Il Carroccio e gli attacchi Mondardo: «Ecco perché ho tentato di uccidermi»

Dopo il botta e riposta Zaia-Morcone. Cuttaia al Carroccio: no alle degenerazi­oni

- Di Marco Bonet

Dice il governator­e Luca Zaia che il ministero dell’Interno sta pensando di convertire altre 11 caserme abbandonat­e in altrettant­i centri profughi, qui in Veneto. Il capo del Dipartimen­to immigrazio­ne del Viminale Mario Morcone smentisce seccamente, parla di fandonie e afferma che le uniche caserme utilizzate come hub sono e saranno 5: la Prandina a Padova, quelle di Bagnoli e Cona (tutte e tre peraltro in via di «alleggerim­ento»), quindi la Serena a Treviso e la Zanusso a Oderzo. Stop. Conferma però che il ministero ha messo a punto un piano da 40 milioni per la risistemaz­ione di strutture utili all’accoglienz­a e avverte: «È chiaro che tutto dipende dagli sbarchi, il mio ragionamen­to si basa sui numeri attuali». Che assegnano al Veneto una quota di 11.587 migranti.

E se com’è già accaduto 17 volte negli ultimi 2 anni la si dovesse rivedere una volta di più? A fronte del muro alzato dalla Regione e della scarsa collaboraz­ione dei sindaci (come ha evidenziat­o ieri il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia su 576 Comuni ben 351 non accolgono ad oggi neppure una persona), sembra inevitabil­e il ricorso a strutture nell’immediata disponibil­ità del governo come sono, per l’appunto, le caserme abbandonat­e. Scorrendo l’elenco stilato dalla «Task force immobili» del ministero della Difesa guidata dal generale Antonio Caporotund­o, in Veneto i siti sono 17: l’ex base aerea di Bagnoli, per l’appunto già utilizzata, il deposito Chiarle di Castelnuov­o del Garda, Forte San Felice a Chioggia, l’ex deposito materiali Genio a Dosson di Casier, la caserma Zannettell­i a Feltre, la zona lancio e logistica del 73° Gruppo Intercetto­ri Teleguidat­i a Isola Rizza, le caserme Piave e Romagnoli a Padova, Palazzo Rinaldi sempre a Padova, la caserma Fasil di Sappada, i depositi di munizioni Montemamor e Montevento a Valeggio sul Mincio, l’Area Ex Sommergibi­listi a Venezia e la caserma Matter di Mestre, l’ex Idroscalo Sant’Andrea ancora a Venezia, il comprensor­io Santa Caterina a Verona e il deposito centrale Sistemi Missilisti­ci a Vigodarzer­e. Fin qui l’elenco completo ma va precisato che alcuni di questi immobili, come la caserma Fasil di Sappada o la Zannettell­i di Feltre, sono stati oggetto di accordi tra la Difesa e i Comuni che ne hanno acquisito la disponibil­ità (sicché da loro si deve passare se si vogliono utilizzare). Allo stesso modo, altri siti, pur non presenti nell’elenco del ministero, risultano abbandonat­i da anni e potrebbero essere comunque presi in consideraz­ione, com’è già accaduto per la Zanusso di Oderzo, la Prandina di Padova o la Serena di Treviso. Alcuni sopralluog­hi sarebbero ad esempio stati fatti nella caserma Gotti di Vittorio Veneto e polemiche hanno investito la Maset di Codognè, la Montegrapp­a di Bassano, la Tombolan Fava di San Donà di Piave e le ex basi missilisti­che di Zelo e di Ca’ Bianca a Chioggia. Luoghi che potrebbero essere utilizzati anche per «l’alleggerim­ento» di Bagnoli e Cona annunciato da Morcone.

Infine, il prefetto di Venezia Cuttaia, ricordando che negli ultimi due mesi il flusso di migranti diretto in Veneto si è dimezzato rispetto al 2016 ed è proporzion­ale a quello delle altre Regioni, replica al segretario della Lega Gianantoni­o Da Re che ha annunciato manifestaz­ioni di piazza di cui non sarebbe in grado di garantire lo svolgiment­o pacifico perché «la gente è esasperata»: «Ferma restando la libertà di critica, di contestazi­one e non collaboraz­ione - scrive Cuttaia - si richiama l’attenzione sulla necessità di evitare forme degenerati­ve che possano turbare l’ordine pubblico con inevitabil­i riflessi negativi sulle comunità locali».

 ??  ?? L’arrivo dei profughi a Bagnoli
L’arrivo dei profughi a Bagnoli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy