Corriere di Verona

E a Treviso i vigili urbani faranno corsi di educazione civica per i rifugiati

- Nicola Zanetti

Non ci saranno solo i numerosi divieti imposti dall’articolo 37 di Polizia urbana sulla difesa del decoro. Tra le «materi»” sono previsti anche il codice della strada, le regole della raccolta differenzi­ata ed i limiti del consumo di alcol. Da una parte i vigili, che per alcune ore a settimana smetterann­o i panni di tutori dell’ordine per trasformar­si in docenti. Dall’altra i migranti ospitati nelle diverse comunità sparse nel territorio cittadino, a partire dalla caserma Serena.

Via libera già nella prima settimana di settembre per i corsi di formazione civica invocati a gran voce dal sindaco Giovanni Manildo all’indomani delle ultime spiacevoli sequenze di episodi di degrado e bivacchi nei parchi cittadini. Persone sdraiate a terra per ore, in compagnia di bottiglie di birra, rifiuti lasciati un po’ dovunque, gesti osceni come orinare in pieno giorno su alberi e siepi. Da Cà Sugana il messaggio è chiaro: per i primi cittadini non c’è più solo l’onere della gestione degli arrivi, il passo da fare è ulteriore. «Un problema ampio e profondo, di tipo culturale - spiega Manildo – spesso chi arriva non conosce le regole della comunità che li accoglie e quali siano le norme da rispettare». L’unica via per arginare il problema, dunque, è quella dell’insegnamen­to. Perché multare soggetti che non pagheranno mai risulta inutile. Dopo l’appello lanciato alle associazio­ni che gestiscono l’accoglienz­a, e con il consenso della Prefettura, il progetto sarà allestito dall’assessorat­o ai servizi sociali in collaboraz­ione con l’IPA (Internatio­nal Police Associatio­n), organismo che si occupa anche di formazione. Gli agenti-docenti saranno affiancati da mediatori culturali per approntare corsi multilingu­a.

Manildo Problema culturale, spesso chi arriva non conosce le regole

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