E a Treviso i vigili urbani faranno corsi di educazione civica per i rifugiati
Non ci saranno solo i numerosi divieti imposti dall’articolo 37 di Polizia urbana sulla difesa del decoro. Tra le «materi»” sono previsti anche il codice della strada, le regole della raccolta differenziata ed i limiti del consumo di alcol. Da una parte i vigili, che per alcune ore a settimana smetteranno i panni di tutori dell’ordine per trasformarsi in docenti. Dall’altra i migranti ospitati nelle diverse comunità sparse nel territorio cittadino, a partire dalla caserma Serena.
Via libera già nella prima settimana di settembre per i corsi di formazione civica invocati a gran voce dal sindaco Giovanni Manildo all’indomani delle ultime spiacevoli sequenze di episodi di degrado e bivacchi nei parchi cittadini. Persone sdraiate a terra per ore, in compagnia di bottiglie di birra, rifiuti lasciati un po’ dovunque, gesti osceni come orinare in pieno giorno su alberi e siepi. Da Cà Sugana il messaggio è chiaro: per i primi cittadini non c’è più solo l’onere della gestione degli arrivi, il passo da fare è ulteriore. «Un problema ampio e profondo, di tipo culturale - spiega Manildo – spesso chi arriva non conosce le regole della comunità che li accoglie e quali siano le norme da rispettare». L’unica via per arginare il problema, dunque, è quella dell’insegnamento. Perché multare soggetti che non pagheranno mai risulta inutile. Dopo l’appello lanciato alle associazioni che gestiscono l’accoglienza, e con il consenso della Prefettura, il progetto sarà allestito dall’assessorato ai servizi sociali in collaborazione con l’IPA (International Police Association), organismo che si occupa anche di formazione. Gli agenti-docenti saranno affiancati da mediatori culturali per approntare corsi multilingua.
Manildo Problema culturale, spesso chi arriva non conosce le regole