Bellelli vola da Rovigo a New York: il colosso del gas si quota al Nasdaq
Ordini per 50 milioni fino al 2017: «Serve capitale fresco»
Apparentemente nel listino Nasdaq di New York non è cambiato nulla. Ma nella sigla Nacg, compagnia dell’automazione e dell’energia di Jacksonville, in Florida, da oggi c’è il 100% di una società svizzera, che si chiama Swiss Heights Engineering (She) e che detiene la maggioranza del pacchetto azionario della polesana Bellelli Engineering. Cioè, per semplificare, la società di Rovigo specializzata nella progettazione e nella realizzazione di impianti estrattivi e di trasmissione di gas e olio minerale, presieduta da Antonio Monesi, oggi ha un flottante del 68% quotato negli Usa e, facendo un calcolo sulla valutazione delle azioni Nacg alla data del 23 agosto, capitalizzava 29,4 milioni di dollari.
Il meccanismo che ha consentito a Bellelli di evitare l’Offerta pubblica iniziale (Ipo) e di trovarsi immediatamente, pur schermata da un altro nome, nel listino newyorkese è un tantino complesso e funziona attraverso il «reverse merger», ossia l’incorporazione di una società più grande (She) in una più piccola ma con il non trascurabile vantaggio di essere già quotata (Nacg). In questo caso il percorso ha toccato anche un passaggio precedente con l’acquisizione da parte di She anche dell’intero controllo di altre tre sigle italiane, cioè Lotus Ravenna (impianti strumentali chimici e petrolchimici) e le milanesi Petrochem Industrie (apparecchi a pressione e scambiatori di calore) e Proteam Tps (impianti chimici industriali), tutte dunque operanti in settori complementari all’attività primaria di Bellelli.
Al netto di tutti i tecnicismi, la ragione che ha spinto il colosso del gas di Rovigo ad intraprendere la via del Nasdaq e ad unirsi nello stesso listino alle principali società energetiche del mondo è la ricerca di capitale fresco per poter acquisire nuove commesse. «Con la riduzione del prezzo del petrolio registrata negli ultimi anni e che ha provocato la messa in stand by dei progetti di molte importanti compagnie — spiega l’amministratore delegato di Bellelli, Valeria Rizzo — e con il cambio sfavorevole nel rapporto fra euro e dollaro ci siamo trovati nella necessità di essere più competitivi e strutturati dal punto di vista finanziario. Le garanzie bancarie e le fidejussioni per poter sottoscrivere nuovi contratti in questo settore si sono fatte sempre più importanti e per rinforzare la dimensione patrimoniale la via migliore individuata è quella della Borsa americana».
Il top manager spiega il raggruppamento delle tre società italiane sotto il cappello di She con un’esigenza ritenuta importante: «Una integrazione verticale della produzione. La possibilità di acquisire commesse più importanti, grazie alle future maggiori potenzialità finanziarie, consentirà un ulteriore enorme salto dimensionale. Ne beneficeranno — aggiunge Rizzo — la solidità dell’azienda e la marginalità operativa, permettendo di pensare ad un futuro importante».
Un’indicazione sul breve periodo giunge già dal portafoglio ordini previsto entro la fine del 2017, pari ad almeno una cinquantina di milioni e cioè all’incirca doppio rispetto al valore delle commesse oggi in opera. Il gruppo Bellelli, che punta a raggiungere un giro d’affari da 100 milioni nel prossimo triennio (il consolidato 2016 è previsto in oltre 40 milioni), ha sedi operative in Emirati Arabi Uniti, Russia, Usa, Brasile, Colombia, Messico, Malaysia, Pakistan e pochi mesi fa si è aggiudicata un appalto internazionale da 7,5 milioni di euro per l’ampliamento di tre stazioni di compressione gas in Colombia, di proprietà di Trasportadora de gas internacional (Tci).
Con le operazioni che hanno condotto al listino di New York, Monesi è stato indicato come presidente della holding Nacg. Filippo Puglisi, titolare del 32% di She, è stato indicato come amministratore finanziario. Vincent Genovese è stato confermato amministratore delegato. Nei prossimi giorni saranno indicati gli altri due membri del Consiglio di amministrazione previsto per Nacg, sigla sotto cui il Polesine è arrivato fino a New York.
Valeria Rizzo Con il calo del prezzo del petrolio e il cambio eurodollaro sfavorevole dovevamo strutturarci