Fondazione Arena i soldi della Bray solo in primavera
Sempre più concreta la possibilità che Carlo Fuortes resti commissario straordinario della Fondazione Arena almeno fino al termine dell’iter che porterà Fondazione Arena tra le beneficiarie della Legge Bray.
Direzione artistica
Il 15 ottobre scade anche l’accordo con Paolo Gavazzeni e non verrà rinnovato
Giorni decisivi per il futuro di Fondazione Arena. Sabato 15 ottobre, il commissario Carlo Fuortes concluderà il proprio mandato ai vertici di via Roma, ma non è detto che sia destinato a lasciare gli uffici del sovrintendenza. Si fa sempre più concreta, infatti, la possibilità di una prosecuzione del suo impegno a Verona, come anticipato domenica dal
Corriere, almeno fino al termine dell’iter che porterà Fondazione Arena tra le beneficiarie della Legge Bray. Come già anticipato, i tempi ministeriali di verifica della domanda per la Bray e della sostenibilità del piano economico presentato dall’Arena richiederanno ancora almeno un mese e, quindi, la persona più indicata per seguire l’intero processo continua a essere Fuortes. Anche perché, il commissario, lo scorso aprile, era stato nominato con due precisi compiti: realizzare il festival lirico estivo e guidare l’Arena nel porto sicuro della Bray. Il primo obiettivo è stato raggiunto, il secondo, non ancora, ma dovrebbe essere solo questione di tempo. E da Roma, fanno sapere che il via libera definitivo dovrebbe arrivare dopo la metà di novembre.
Comunque, fino al termine della procedura, il commissario Fuortes sembra il candidato numero uno a succedere a se stesso, tenendo conto anche del fatto che l’erogazione dei fondi stanziati dalla Bray non è immediata. Infatti, se si considera l’esperienza del Maggio Fiorentino, che pure era la città amministrata dal premier Renzi, le risorse della Bray, giunsero circa sei mesi dopo l’ammissione del teatro ai benefici della legge. Quindi, ipotizzando che il via libera per l’Arena giunga a novembre, i 10 milioni di euro già stanziati potrebbero arrivare all’inizio della prossima primavera. Questo dovrebbe essere il nuovo limite temporale del secondo mandato di Fuortes, tenendo conto che, normalmente, un commissariamento non dura meno di sei mesi. Ma questa scelta del ministero della Cultura, con le elezioni amministrative in primavera, di fatto porrebbe fine anche alla questione della nomina del nuovo sovrintendente. Va ricordato, poi, che i soldi della Bray sarebbero impegnato per abbattere il debito nei confronti di creditori e fornitori, ma non saranno alternativo al Fondo Unico per lo Spettacolo che, quindi, dovrebbe essere accreditato normalmente nelle casse della Fondazione. Nonostante la crisi di liquidità, quindi, gli stipendi dei lavoratori non sembrano essere a rischio.Tuttavia, questo mandato bis di Fuortes qualche novità è destinato a portarla. Con il commissario impegnato a seguire l’iter e i soldi della Bray tra i ministeri romani, il direttore operativo di Fondazione Arena, Francesca Tartarotti otterrebbe deleghe maggiori nella gestione del teatro. Di fatto, sarebbe affidata a lei la conduzione. Non quella artistica però. Su questo fronte, pare che l’attuale direttore artistico Paolo Gavazzeni, il cui contratto scade proprio sabato prossimo, non vedrà rinnovato il proprio sodalizio con l’Arena. Le ipotesi per la sostituzione del ruolo sembrano essere interne: o un interim nelle mani dello stesso Fuortes o un passaggio di consegne al vice direttore artistico Giampiero Sobrino.
Sul tavolo, tuttavia, rimane anche la questione del corpo di ballo che il piano Fuortes vorrebbe escluso dagli scenari futuri dell’Arena. Domani, organizzazioni sindacali e ballerini si riuniranno in assemblea per verificare la situazione, dopo che l’Arena ha aperto la procedura di mobilità. Venerdì, invece, le parti sociali sono state convocate da Fuortes, ma l’incontro pare destinato a saltare visti precedenti impegni assunti dai sindacati per la stessa giornata.