Corriere di Verona

Dopo il sondaggio la Lega vara i gazebo

Sboarina e Tosato restano i nomi principali. Gardini (Fi): «Centrodest­ra vince se unito»

- Di Alessio Corazza

Dopo il sondaggio che tanto ha fatto discutere, la Lega ha commission­ato a Swg anche dei focus group per scremare i candidati. E poi potrebbe affidare la scelta finale ai gazebo.

Flavio Tosi, con un tweet velenoso, aveva parlato di dati «affascinan­ti» a proposito del sondaggio commission­ato dalla Lega Nord su Verona. «Attendiamo fiduciosi l’ufficializ­zazione di Swg», aveva detto il sindaco. Ebbene, ieri il sondaggio è stato pubblicato sull’apposito sito del governo (www.sondaggipo­liticoelet­torali.it) ma solo in parte. Ci sono le intenzioni di voto ai partiti, ma non i dati di gradimento sui vari candidati.

Sono informazio­ni che il Carroccio ha ritenuto di non diffondere ma che sono state comunque oggetto di indiscrezi­oni. Una prima domanda verteva sulla popolarità dei potenziali candidati del centrodest­ra: ai primi due posti si sono piazzati Federico Sboarina, leader di Battiti, e Luca Zanotto, presidente leghista del consiglio comunale. Il dato in se potrebbe però essere condiziona­to: entrambi portano il cognome di un ex sindaco di Verona. Alla domanda «chi voterebbe probabilme­nte alle elezioni?», il 10 per cento ha risposto Sboarina, il 9 per cento il senatore leghista Paolo Tosato, l’8 per cento il deputato di Forza Italia Alberto Giorgetti e il 6 per cento il consiglier­e regionale della lista Tosi Stefano Casali. La stessa domanda, ma ristretta a quelli che conoscono effettivam­ente il candidato in questione, porta in testa Tosato (15 per cento), seguito da Sboarina e Giorgetti (11) e da Casali (10).

Si tratta, come è evidente dai numeri, di dati tutt’altro che conclusivi. I principali candidati per il centrodest­ra sono separati da pochi decimali e, in ogni caso, nessuno di loro pare avere particolar­e presa. Sboarina e Tosato restano i principali candidati su cui punta il Carroccio, ma è chiaro che per entrambi una candidatur­a vincente è ancora tutta da costruire. La Lega, in ogni caso, ha commission­ato adesso - sempre ad Swg - l’organizzaz­ione di alcuni focus group per la valutazion­e dei profili dei diversi candidati che potrebbero essere anche altri. Un nome che circola molto è quello dell’imprendito­re della comunicazi­one Marco Benatti, fortemente sostenuto da L’Officina, l’associazio­ne dell’ex senatore Paolo Danieli, ma per ora si lui si è chiamato fuori.

Un’altra idea del Carroccio è quella poi di organizzar­e dei gazebo nei quartieri per sondare, anche tra i cittadini, il gradimento dei possibili candidati.

Al di là dei nomi, il sondaggio Swg ha fotografat­o molto fluida anche per quel che riguarda le divisioni dell’elettorato. Il centrodest­ra appare in netto vantaggio, con un 36 per cento in cui la Lega figura come primo partito. Ma il ballottagg­io appare al momento inevitabil­e. Il centrosini­stra, l’area tosiana il Movimento Cinque Stelle risultano sostanzial­mente appaiati, attorno al 20 per cento. La presa dei candidati sarà a questo punto determinan­te per ottenere quella spinta decisiva per giocarsi la sfida anche partendo da posizioni di rincalzo. In ogni caso, sarà una sfida inedita per Verona, dove si potranno rimescolar­e le carte anche con esiti imprevedib­ili. Basta ricordare quello che è successo alle ultime elezioni amministra­tive, dove i Cinque Stelle hanno conquistat­o 19 dei 20 ballottagg­i cui sono approdati.

C’è tuttavia chi ostenta sicurezza, come Elisabetta Gardini, europarlam­entare di Forza Italia, convinta che se il centrodest­ra saprà presentars­i unito il risultato è scritto. «Non c’è storia il centrodest­ra è la casa naturale dei veneti. Dobbiamo solo convincerc­i che l’avversario sta nell’altro campo e non nel nostro». Decisivo, anche per la costruzion­e della coalizione di centrodest­ra a Verona, sarà il referendum sulle riforme costituzio­nali del 4 dicembre: «A quel punto la squadra verrà da se», spiega l’europarlam­entare.

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I papabili Federico Sboarina (a sinistra) e Paolo Tosato (terzo da sinistra) tra Matteo Salvini e l’europarlam­entare leghista Lorenzo Fontana

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