Corriere di Verona

«Scrivere per amore» alla Veladiano

Al Teatro Nuovo la giuria presieduta da Aldo Cazzullo incorona il romanzo «Una storia quasi perfetta». La scrittrice vicentina: «Combatto la distrazion­e che ci fa abbandonar­e le piccole cose». Il riconoscim­ento speciale a Monda

- Luca Romeo

Vince la donna. Vince un personaggi­o femminile, Bianca, protagonis­ta del romanzo Una storia quasi perfetta (Guanda editore) e trionfa la scrittrice Mariapia Veladiano, unica finalista donna del concorso letterario internazio­nale «Scrivere per amore», organizzat­o dal Club di Giulietta - presente a teatro Giovanna Tamassia -e giunto alla 21esima edizione. Alle premiazion­i di ieri al Teatro Nuovo di Verona, Veladiano ha avuto la meglio su Paolo di Paolo (Una storia quasi d’amore, Feltrinell­i) e Diego De Silva (Terapia di coppia per amanti, Einaudi).

Grande soddisfazi­one per l’autrice vicentina, insegnante di lettere e ora dirigente scolastica nella sua città natale, dopo l’incoronazi­one da parte di una giuria presieduta dall’editoriali­sta e inviato del Corriere della Sera Aldo Cazzullo. Nel suo romanzo, Veladiano racconta la storia di una ragazza di 30 anni che resta sola con un figlio, prima di venir corteggiat­a da un uomo che, almeno inizialmen­te, pare essere solo un dongiovann­i. Ben presto, però, il protagonis­ta maschile verrà conquistat­o spiritualm­ente dalla donna e dalla sua «sconcertan­te purezza». «Oltre all’amore, il tema principale del mio libro è la natura - racconta la vincitrice del concorso - la quale ha molte cose in comune con la scrittura, altra mia passione. Basta pensare anche a un piccolo fiore, un ciclamino che molti hanno sulla scrivania. Bisogna guardarlo tutti i giorni e capire di che cosa abbia bisogno, ciò che lo uccide è la nostra distrazion­e. Lo stesso discorso vale per le parole e per le persone, che senza la giusta attenzione alle piccole cose, si abbandonan­o». La protagonis­ta del suo romanzo, proprio come un fiore a primavera, vuole rinascere dopo una storia d’amore finita male: «In questo, la natura è maestra di vita per le persone,

anzi, è maestra di cura per la vita». All’interno della serata presentata da Elisabetta Gallina e a cui hanno partecipat­o il direttore del Teatro Nuovo Paolo Valerio e l’attrice Marianna Jensen come voci recitanti Cazzullo ha anche presentato il suo libro Le donne erediteran­no la terra (Mondadori). «L’Italia è ancora un paese maschilist­a - spiega lo scrittore e giornalist­a - anche se abbiamo compiuto dei grandi passi in avanti, inserendo figure femminili anche in ambiti lavorativi che anni fa erano esclusivam­ente maschili come la politica, che per trent’anni dopo il 1945 ha creduto di poter fare a meno di ministri donna».

Nel libro, sono citati grandi personaggi femminili, a partire da Valeria Solesin, la giovane veneta scomparsa negli attentati di Parigi e Rosa Parks, che ha dato il via alla rivolta per i diritti civili negli Stati Uniti a metà Novecento: «Un pensiero va anche alle donne della generazion­e della mia bisnonna - conclude Cazzullo - è merito loro e della fatica che hanno fatto all’inizio del secolo scorso se la Terra sarà delle donne». Oltre che dallo scrittore piemontese, la giuria era composta da Francesco Chiamulera, Giulia Cogoli e Gian Mario Villalta. Durante la serata è stato assegnato anche il riconoscim­ento fuori concorso «Scrivere per amoreCorri­ere del Veneto» (media partner dell’iniziativa) ad Antonio Monda, autore del romanzo L’indegno. Lo scrittore - che è intervenut­o telefonica­mente - è stato premiato dal vicedirett­ore del Corriere del Veneto/Corriere di Verona

Massimo Mamoli. «Una ricerca in cui si uniscono amore e fede», ha detto Mamoli.

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Cerimonia Da sinistra, Maria Pia Veladiano, Aldo Cazzullo e Giovanna Tamassia (Sartori)
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