Corriere di Verona

Stefanelli: «Fase critica, c’è chi pensa che la parità sia già stata raggiunta»

- F. Vis.

Quel progetto, nato cinque anni fa e diventato «brand», sinonimo di confronto, dialogo, denuncia, idee, ha significat­o una vera rivoluzion­e culturale. Barbara Stefanelli, vicedirett­rice del Corriere della Sera, ha portato all’evento di Padova l’esperienza della 27esima ora. Che già dal nome porta innovazion­e. Perché 27esima? «Perché è la media calcolata di quanto dura una giornata lavorativa per ogni donna». Un progetto in mutamento, come la vita. Un luogo, più luoghi, una piazza «dove parlare di tutto e cercare di capire come stiamo e come vorremmo stare». L’obiettivo? «Arrivare a una società dove ognuno possa crescere libero nel rispetto reciproco». Un progetto partito dal web, quello della 27esima ora. «Ma molti dei temi che trattiamo poi sono approdati sulla carta». E battaglie che sembravano utopie, ora sono realtà, come il congedo dei padri per paternità. Un modo per dire: «Prova a condivider­e le emozioni per la nascita di un figlio, ma anche, da subito, la pratica dell’accudiment­o». Stefanelli, prima vicedirett­rice donna nella storia del Corriere della Sera, nonostante la lunga esperienza di politica estera, ha dovuto combattere un bel po’ per evitare di finire nella «scatola rosa» degli argomenti considerat­i «femminili». Una delle questioni aperte per le donne è proprio «dichiarare chi si è, le proprie competenze, i propri meriti, reclamare il riconoscim­ento profession­ale».

Dopo cinque anni di impegno sul campo della 27esima Ora, a che punto siamo? «La fase è critica - dice Barbara Stefanelli - perché c’è una diffusa sensazione di parità raggiunta. Così si fa fatica a parlare di equità e differenze di genere con le ragazze più giovani, sono convinte che non avranno ostacoli . Poi però vedono che solo dopo 5 anni dalla laurea i percorsi di carriera loro sono ben diversi da quelli dei colleghi maschi. Per questo bisogna continuare a insistere». Cosa fa la differenza, quel «Fattore D» che ieri nell’evento di Corriere Imprese, condotto da Francesca Trevisi all’Orto Botanico di Padova, si è cercato di sviscerare?

Anche il linguaggio. Le parole per dirlo. Lasciare uscire l’emozione. Come quella che hanno pubblicame­nte rivelato Francesca Trevisi e Barbara Stefanelli, compagne di studi alla scuola di giornalism­o di Milano e ieri, faccia a faccia, dopo molti anni e vite lontane. Un uomo ne avrebbe parlato?

Il linguaggio può fare la differenza. «Un esempio del nuovo modo (vincente) che hanno le donne di parlare, di comunicare, è Michelle Obama - ha detto Barbara Stefanelli - , ha fatto vedere al mondo cosa significa parlare in modo nuovo, mettendoci dentro anche le emozioni. Il suo modo di esprimersi è la sintesi perfetta tra ragionamen­to e sentimento».

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