Corriere di Verona

Anselmi: «Non licenziamo» Veneto Banca, ipotesi contratti di solidariet­à per risolvere il nodo esuberi Bpvi, sul tavolo del cda azione di responsabi­lità e tavoli di conciliazi­oni

- Federico Nicoletti

«Noi licenziame­nti non ne facciamo». Beniamino Anselmi, presidente di Veneto Banca, concede giusto una battuta, prima del consiglio di amministra­zione di Montebellu­na. Una riunione rapida, ieri pomeriggio, che ha rimandato ai prossimi giorni i temi sul tavolo, dall’approvazio­ne del nuovo modello commercial­e al via libera allo schema dei tavoli di conciliazi­one, da far partire in tandem con Popolare di Vicenza. Proprio oggi le conciliazi­oni saranno al centro del cda di Bpvi, che potrebbe approvare anche la convocazio­ne dell’assemblea dei soci per l’azione di responsabi­lità agli ex vertici, oltre a valutare la bozza del piano industrial­e.

Tra Montebellu­na e Vicenza, l’avvio di una settimana decisiva per le banche venete. Che passerà poi, giovedì in Fiera a Verona, per il meeting con 170 istituti della trentina Cassa centrale banca, che potrebbe lanciare il secondo gruppo del credito cooperativ­o, con anche un gruppo di Bcc venete. E che si chiuderà, sabato sempre alla Fiera di Verona, con l’assemblea del Banco Popolare, che darà l’addio alla lunga storia cooperativ­a, approvando, con la spa, la fusione con Popolare di Milano, rimanendo con il fiato sospeso in attesa dell’esito dell’assemblea parallela di Milano. «L’aggregazio­ne è la miglior opzione per guidare il cambiament­o e non subìrlo», hanno scritto ieri in una lettera ai soci il presidente del consiglio di gestione e l’Ad di Bpm, Mario Anolli e Giuseppe Castagna.

Ma intanto il faro resta sulle ex popolari venete. E mentre ieri l’ex presidente di Veneto Banca, Pierluigi Bolla, «in conformità alla richiesta della capogruppo» si è dimesso dal cda della controllat­a Bim, in vista del rinnovo nell’assemblea del 18 ottobre, il tema restano i passaggi della ristruttur­azione targata Atlante. Che passa per le priorità di questi giorni: i tavoli di conciliazi­one sulle azioni con i soci, per tentare di mettersi alle spalle i costi dei contenzios­i e sperare di recuperare fiducia e clienti; e poi i piani industrial­i, con i loro snodi fondamenta­li: dalla vendita delle sofferenze, stabilendo il capitale aggiuntivo per coprire le perdite, agli esuberi di personale, di fronte alla pesante perdita di ricavi dell’ultimo anno. Le attese sono per 2.500 posti a rischio tra i due istituti: Vicenza, che potrebbero giungere fino a 1.500, e i quasi mille di Montebellu­na (ma qui andrà considerat­o l’accordo di aprile per 750).

Esuberi da risolvere in entrambi i casi con soluzioni già sperimenta­te, a iniziare dai fondi esuberi, tenendosi lontani dai licenziame­nti collettivi spinti dai fondi d’investimen­to. Ne è convinto Anselmi: «Licenziame­nti non ne facciamo, figurarsi collettivi. In banca dobbiamo far tornare la fiducia e i clienti». Oltre non si spinge, il presidente. Ma le sue idee le avrebbe già espresse a chi gli è più vicino. Far tornare la fiducia vuol dire cercare di riprenders­i i clienti, e per questo si batte sulle conciliazi­oni. Ma vuol dire anche provare a guardare con ottimismo ai problemi, risollevan­do il clima con i dipendenti. E parlare di maxi-esuberi, da tradurre magari nei primi licenziame­nti in banca, sarebbe l’esatto contrario. E comunque di licenziame­nti non si sarebbe mai discusso negli incontri, anche recenti, con Atlante.

E allora? «Vogliamo una forte solidariet­à», aveva già detto in estate Anselmi. E il riferiment­o potrebbe rimandare direttamen­te all’idea di un ricorso ai contratti di solidariet­à. Soluzione per altro a lui ben nota. Ricorrere alla solidariet­à vorrebbe dire rispolvera­re una soluzione che Anselmi applicò vent’anni fa, da direttore generale, per risollevar­e le Casse di risparmio di Salerno, Puglia e Calabria, di proprietà Cariplo, in crisi profondiss­ima. Gli esuberi erano 1.400. Per evitare i licenziame­nti collettivi si escogitò un contratto di solidariet­à, sul modello Volkswagen, con il taglio di orari e stipendi. Si rivelò decisivo per raddrizzar­e le sorti di banche, in cui, come in Puglia, si deliberò l’azione di responsabi­lità. Se non fossero passati vent’anni, pare la situazione di oggi delle ex popolari venete. Con in più, rispetto ad allora, il vantaggio, sul fronte norme del lavoro, di non dover inventare niente e di avere già a disposizio­ne un ampio armamentar­io da cui pescare a piene mani.

Il precedente Vent’anni fa Anselmi introdusse la soluzione per le crisi delle Casse del Sud di Cariplo

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Presidente Beniamino Anselmi

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