Corriere di Verona

Iva evasa per 3,5 milioni Alla fine Campedelli fa pace col fisco (e ne paga due in più)

Chievo, omessi versamenti per il 2011. Il presidente regolarizz­a a rate e viene assolto

- Di Laura Tedesco

È una «pace» che vale 5 milioni 414.044 euro e 31 centesimi quella siglata con l’Agenzia delle Entrate dal presidente del Chievo Luca Campedelli. Era finito prima sotto inchiesta e poi sotto processo per una evasione fiscale pari a 3 milioni 544.422 euro ma ha sanato versando nelle casse dell’Erario quasi due milioni di euro in più.

È una «pace» che vale 5 milioni 414.044 euro e 31 centesimi quella siglata con l’Agenzia delle Entrate dal presidente del Chievo Luca Campedelli. Era finito prima sotto inchiesta e poi sotto processo per una evasione fiscale pari a 3 milioni 544.422 euro ma ha sanato versando nelle casse dell’Erario quasi due milioni di euro in più. Secondo la difesa, non era sua intenzione «dribblare» le tasse, ma il Chievo si trovava alle prese con una crisi finanziari­a che traeva origini dalla campagna trasferime­nti 2002-2003, quando un contratto già sottoscrit­to con la Lazio per la cessione di Eriberto (poi divenuto Luciano) per un valore di 12 milioni 912mila euro non venne onorato dalla società di Sergio Cragnotti. E così ieri, in virtù di un accordo a sei zeri raggiunto con il Fisco, il patron del Chievo è stato assolto dall’accusa di non aver versato l’imposta sul valore aggiunto dovuta in base alla dichiarazi­one annuale per il 2011, con l’ammontare complessiv­o dell’Iva non versata pari a 3 milioni 544.422 euro. A norma di codice, Campedelli era incorso nella violazione prevista dal decreto legislativ­o 74 del 2000.Ad accertare il mancato versamento di cui il presidente (non presente in aula) era chiamato a rispondere davanti al giudice Camilla Cognetti, era stata la direzione provincial­e dell’Agenzia delle Entrate in un controllo ad hoc: fonte di prova, risultavan­o l’ accertamen­to automatizz­ato della dichiarazi­one modello Iva 2011 e la notifica di un processo verbale di constatazi­one redatto dalle Fiamme Gialle di Verona, corpo di polizia tributaria.

I fatti sono stati accertati in data 27 dicembre 2012 e ieri, a quasi quattro anni di distanza, il difensore di Campedelli, avvocato Luca Viola del Foro di Milano, ha depositato in udienza una memoria a favore del presidente del Chievo attestante la «avvenuta estinzione del debito» con l’Erario. In virtù di tale «sanatoria», il legale ha quindi chiesto al giudice Cognetti di pronunciar­e sentenza di assoluzion­e per il proprio assistito «con applicazio­ne della causa di non punibilità». Lo stesso pubblico ministero che rappresent­ava l’accusa in aula, Susanna Balasini, si è unita alla richiesta di assoluzion­e dopo aver preso atto dell’avvenuto accordo raggiunto tra Campedelli e l’Agenzia delle Entrate: istanza assolutori­a, quella giunta all’unisono da accusa e difesa, a cui il giudice ha risposto deliberand­o proprio una sentenza di assoluzion­e di Campedelli «dal reato a lui ascritto, in quanto non punibile per intervenut­a estinzione del debito tributario». Dal canto suo, la difesa aveva sottolinea­to che da parte del presidente non ci sarebbe mai stata la volontà di sottrarsi al pagamento dell’imposta sull’Iva per il 2011, tant’è che a seguito della notifica da parte dell’Agenzia delle Entrate aveva provveduto a concordare con l’Erario un piano di rateazione dell’Iva non versata con tanto di interessi e sanzioni in aggiunta. Di qui, alla fine, i quasi due milioni di euro in più versati al Fisco da Campedelli per chiudere definitiva­mente il contenzios­o sia da un punto di vista tributario che sotto il profilo penale. In un primo tempo, per sanare il debito, si era accordato con l’Agenzia delle Entrate per versare allo Stato i pattuiti 5,4 milioni di euro con un pagamento dilazionat­o in venti rate da saldare entro l’ottobre 2017. Finora il patron aveva già saldato 15 rate per un totale di oltre 4,2 milioni di euro ma si è impegnato a saldare il rimanente importo di 1,206 milioni di euro in un’unica soluzione entro il 30 settembre di quest’anno.

E proprio grazie all’accelerazi­one finale nel saldo del debito residuo dovuto al Fisco, ieri il presidente è potuto uscire indenne dal processo a suo carico. Non (più) punibile per avvenuta estinzione totale del suo debito con l’Erario.

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Assolto Luca Campedelli era finito prima sotto inchiesta e poi sotto processo per una evasione fiscale pari a 3 milioni 544.422 euro ma ha sanato e ieri è stato assolto

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