Agfa chiude Oppeano e licenzia 120 addetti
Stop allo stabilimento di Oppeano, era l’ultimo in Italia. Avviata la procedura di mobilità
L’annuncio è stato dato ieri ai rappresentanti sindacali convocati nella sede di Confindustria: lo stabilimento Agfa di Vallese di Oppeano chiude e 120 lavoratori, già in cassa integrazione, saranno licenziati: via alla procedura di mobilità.
VERONA Nessun futuro per l’Agfa Graphics di Vallese di Oppeano. I dirigenti dell’azienda, specializzata nella realizzazione di lastre per la stampa, hanno comunicato, ieri mattina, ai rappresentanti sindacali convocati nella sede di Confindustria Verona, la cessazione di ogni attività. Un’accelerazione improvvisa della crisi, per un’azienda che già da inizio anno aveva rallentato la propria attività e che aveva terminato il periodo di cassa integrazione appena lo scorso 25 settembre. I vertici della multinazionale Agfa, che ha sede in Belgio, hanno spiegato le ragioni di questa scelta in un breve comunicato. La cessazione delle attività è inserita, secondo il presidente di Agfa Graphics Stefaan Vanhooren, in un piano di razionalizzazione della capacità produttiva della multinazionale a livello mondiale e di miglioramento dei costi generali di struttura. Una decisione necessaria per rimanere leader di un settore, come quello della pre-stampa, estremamente competitivo. Una decisione, però, che allo stesso tempo porterà alla chiusura dell’ultimo sito produttivo, in Italia, del gruppo Agfa e al licenziamento dei 120 dipendenti. Proprio ieri, infatti, assieme alla comunicazione di cessazione di ogni attività, l’azienda ha comunicato anche l’apertura della procedura di mobilità per tutti i suoi dipendenti. «È un epilogo che non ci aspettavamo in questi termini – spiega Emanuela Mascalzoni, segretario Fiom Verona – perché, dopo gli incontri di giugno, c’era l’accordo che ogni decisione sarebbe stata presa solo nel 2017. Adesso, invece, ci troviamo a gestire una situazione molto complessa e una trattativa che parte in salita». Certo, la multinazionale ha dato disponibilità ad avviare tutte le modalità per attenuare l’impatto sociale, ma rimane il dato di fondo della chiusura dello stabilimento. «Non ci sono notizie – chiarisce Luca Mori, segretario provinciale Fim – di possibili acquirenti o investitori e agendo in questo modo si rischia di perdere anche gli ammortizzatori sociali previsti per l’anno prossimo». Anzi, a conti fatti, passati i 75 giorni necessari per provare a trovare un accordo, i licenziamenti potrebbero scattare già dal giorno di Santo Stefano. Anche per questo, lavoratori e dipendenti hanno organizzato per questa mattina, presidi e manifestazioni davanti allo stabilimento e lungo le vie di accesso. «Come amministrazione – chiarisce il sindaco di Oppeano Luigi Giaretta – siamo dalla parte dei lavoratori. Convocheremo al più presto un consiglio straordinario, coinvolgeremo la Regione. La notizia è pessima per tutto il territorio».