Altro guaio per l’ex dg Ater Castellani Lui e la figlia patteggiano per calunnia
«Falsa denuncia per truffa» su un contratto: pena di 1 anno e 4 mesi
Altro guaio con annessa pena da scontare ieri a palazzo di giustizia per Luciano Castellani, l’ex direttore dell’Ater che, per lo scandalo che nel 2004 travolse l’azienda per l’edilizia agevolata, aveva già patteggiato all’ex Mastino nell’aprile 2013: oltre a una pena di tre anni e due mesi, tre anni e mezzo fa in relazione a quella vicenda per l’ex direttore era stata disposta anche l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Di tutt’altro, ieri, era però chiamato a rispondere in udienza preliminare di fronte al giudice Laura Donati. Sotto accusa anche la figlia: difesi dai legali Elisa Montresor e Guido Beghini, dovevano rispondere di calunnia ai danni di un privato veronese. Alla fine, per tale ipotesi di reato, a Castellani pena pari a un anno e 4 mesi; per la figlia un anno: ambedue, attraverso i legali che li tutelano, hanno scelto di chiudere il contenzioso con la formula del patteggiamento.
Secondo l’accusa riportata nel capo d’imputazione, avrebbero in concorso tra loro con denuncia querela presentata presso la stazione dei carabinieri di Verona il 27 marzo 2015 incolpato la parte lesa, pur sapendolo innocente, del delitto di truffa. Sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbero denunciato in quella sede che la parte lesa li avrebbe indotti in errore nella stipula di un contratto preliminare di immobile con cui la vittima si impegnava a vendere alla figlia di Castellani un’unità immobiliare in città, lungo via Steeb.A tutelare ieri la parte civile c’era in aula l’avvocato Roberto Bussinello.
Definitivamente chiusa già nel 2014 con il rigetto del ricorso che Castellani aveva presentato in Cassazione, invece,la vicenda giudiziaria legata al caso Ater. Nel 2013, per quella storia, avevano patteggiato anche la moglie Vittorina Boninsegna, a quei tempi proprietaria della galleria «Officina d’arte» in corso Porta Borsari (due anni); i figli della coppia, Daniela e Nicolò (un anno e 4 mesi); oltre all’ex presidente Ater, Germano Sardini (un anno e 4 mesi) e a un sesto indagato, Giovanni Cacciagli (2 anni e 4 mesi oltre a una multa di mille euro). A fronte delle accuse di peculato e concussione, si aggirava sui 12 anni il totale delle pene in cui si era tradotto il clamoroso scandalo che, il 14 maggio 2004, aveva decapitato i vertici Ater di piazza Pozza. (la.ted.)