Corriere di Verona

Stacchio sfiorato dal proiettile dei banditi: «Passò a dieci centimetri»

- Benedetta Centin

VICENZA Una raffica di colpi di kalashniko­v dall’ingresso della gioielleri­a assaltata. Obiettivo la vicina stazione di servizio, in cui il titolare Graziano Stacchio si era armato di fucile per tentare di difendere la commessa del vicino negozio di preziosi. Di colpi, il benzinaio di Ponte di Nanto divenuto per molti il vessillo della legittima difesa, quella sera di oltre un anno e mezzo fa, ne aveva schivati, rintanato nel piazzale della sua area di servizio. Uno in particolar­e avrebbe potuto costargli la pelle. Lo ha sfiorato passandogl­i a circa dieci centimetri dalla testa. A sparare con l’arma lunga, dalla parte opposta, stando agli accertamen­ti dei carabinier­i c’era Oriano Derlesi, l’unico a finire a processo della banda che la sera del 3 febbraio 2015 aveva tentato di svaligiare la gioielleri­a Luxo di Robertino Zancan a Ponte di Nanto. Almeno nove colpi erano partiti dal kalashniko­v che imbracciav­a il giostraio veneziano 52enne: tanti erano stati infatti i bossoli rinvenuti sul posto dai militari. Cinque nel piazzale della gioielleri­a, quattro all’interno dell’auto,

indice che aveva aperto il fuoco anche durante la fuga. Sono questi i nuovi particolar­i delle indagini emersi ieri, nel corso dell’udienza che si è celebrata in tribunale a Vicenza nella quale è stata sentita a lungo la polizia giudiziari­a. Tra il pubblico anche la moglie e i figli di Derlesi; mentre lui detenuto in carcere, non era presente. A sfilare davanti al collegio di giudici gli investigat­ori dell’Arma che sono arrivati ad incastrarl­o, coloro che hanno effettuato i rilievi sul posto, la ricostruzi­one, che hanno dato un volto ai banditi. Sì perché oltre a Oriano Derlesi e ad Albano Cassol, il complice ucciso dal colpo sparato alle gambe proprio da Stacchio (il cui procedimen­to per eccesso colposo di legittima difesa è stato nel frattempo archiviato), c’erano altri due banditi che sono stati identifica­ti ma gli elementi a loro carico non erano così schiaccian­ti da arrivare alla prova dell’aula.

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Benzinaio Graziano Stacchio sparò per difendere la commessa di una gioielleri­a: uccise uno dei banditi, che gli stavano sparando

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