Corriere di Verona

Gobbi, il maratoneta «E poi ci dicono che siamo vecchi...»

- Matteo Sorio

VERONA Nel Chievo dei maratoneti, il quarto faticatore è un ragazzino di quasi 36 anni (candeline il 31 ottobre) che corre ancora 11.01 km a partita dopo 348 gare in serie A («qui a Verona vivo quasi una seconda giovinezza»), ha visto il grande Milan di Capello da bordo campo («il privilegio di essere raccattapa­lle a San Siro») e pensa che il terzo posto gialloblù di oggi sia «anche frutto del fatto che ci conosciamo bene come pochi». Settore: difesa, fascia sinistra. L’alias di Massimo Gobbi è: intoccabil­e. Sempre titolare, mai sostituito, 638’ d’impiego. Come il portiere, Stefano Sorrentino. Come il collega con cui forma la catena mancina nel 4-3-1-2 di Rolly Maran, ossia Perparim Hetemaj. Nel Chievo che corre più di tutte, Gobbi è il quarto maratoneta. «E poi ci danno dei vecchi… La realtà è che l’età agonistica si sta allungando. Le metodologi­e sono sempre più moderne. E permettono di allenarsi in maniera personaliz­zata con attenzione ai minimi particolar­i».

Su e giù, in corsia, tra cross e chiusure. È un lavoraccio, ma per Gobbi sembra un lavoro, qualunque. «Che mi senta bene è indubbio. Per me dipende dall’esperienza, cioè conoscere meglio il proprio corpo e saper lavorare in modo più dettagliat­o durante la settimana. Però, come fattore primo, viene la testa. Devi avere la testa per fare fatica, solo così ottieni risultati la domenica e i risultati del Chievo dicono che quella testa lì ce l’abbiamo tutti». Risultato: 13 punti. Come Lazio e Roma. Come il Milan che bussa domenica sera al Bentegodi. «Ci ho passato un po’ di tempo, in rossonero…». Milanese e milanista di fede, Gobbi cresce nel Cormano, squadra a nord della Madonnina, poi entra nelle Giovanili del Diavolo nel ’91, l’anno del passaggio dalla gestione di Arrigo Sacchi a quella di Fabio Capello, roba da 4 scudetti e una Coppa Campioni in 5 anni, lo stesso arco di tempo speso da Gobbi nel vivaio. «Da tifoso milanista, era un sogno fare il raccattapa­lle a San Siro nei ‘90». Milan nel passato, nel cuore, nel presente. Perché il Chievo se la vede con Bacca e compagnia, adesso, e diventa un big-match, entrambe appaiate in classifica, il club della Diga che non batte il Diavolo da 11 anni. Gobbi, lui che cerca ancora il primo gol col Chievo, fin dalla stagione scorsa, è sicuro: «Grande squadra, il Milan. I Bacca, e tutti gli altri, possono deciderla in qualsiasi momento. Ma siamo consapevol­i di noi stessi. Come a Pescara, il Chievo deve giocarsela con la voglia di sacrificar­si, di fare il massimo. Poi il risultato dirà. Ma lo guarderemo comunque a testa alta».

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