Corriere di Verona

Lega e matrimoni gay, le donne infrangono la linea

Dopo Oderzo, scoppia il caso Musile: Susanna ha sposato due donne Forcolin, vice di Zaia in Regione, la difende e spiazza il segretario Da Re

- Zicchiero

Le sindache spaccano la Lega. Dopo Oderzo, un altro primo cittadino donna, Sara Susanna (Musile) ha celebrato l’unione civile disobbeden­do al diktat di Salvini che già aveva mandato il cartellino giallo alla collega Maria Scardellat­o. Gianluca Forcolin, vice di Luca Zaia la difende e spiazza il segretario veneto Gianantoni­o Da Re.

Sulle unioni civili le donne spaccano la Lega. Dieci giorni prima che il sindaco di Oderzo Maria Scardellat­o celebrasse il «Sì» civile tra Andrea Sara e Pasquale Nigro, a Musile di Piave senza troppo fragore la collega Silvia Susanna aveva unito Lucia Ducceschi e Beatrice Giuseppi. E nessuno aveva sollevato alcun problema nel Carroccio. Almeno fino a ieri.

Il sindaco donna della Lega a Oderzo si è beccata il cartellino giallo dal segretario federale in persona ed è in odore di espulsione: «Non è in linea con quello che fanno tutti i sindaci della Lega che delegano ad altri la scelta di applicare una legge sbagliata – ha detto Matteo Salvini, invitando i primi cittadini del Carroccio ad affidarsi a dirigenti e funzionari - Una legge che è l’anticamera delle adozioni gay. La nostra linea è che dove c’è adozione gay, utero in affitto e bambino in vendita non c’è la Lega. Quindi se la sindaca scientemen­te si è prestata a questo giochino sicurament­e ha poco a che fare con la Lega». «Sono stupita del clamore suscitato dal caso di Oderzo - sgrana gli occhi Silvia Susanna – A me nessuno ha detto niente».

Sarà che è stata candidata in persona dal vicegovern­atore del Veneto Gianluca Forcolin per succedergl­i alla guida di Musile. Sarà che il segretario del Carroccio Gianantoni­o Da Re assicura di non essere stato messo al corrente: «Non so nulla di questa storia: a me avevano detto che l’unione era stata celebrata da una funzionari­a dell’anagrafe», taglia corto, col tono amaro di chi appena quarantott­o ore prima aveva chiuso il caso Oderzo scandendo: «Non ci sono stati altri casi simili in Veneto e non me ne aspetto altri».

Ora si apre un problema perché se il partito sembrava pronto a scaricare la Scardellat­o, con la Susanna è un’altra storia. Forcolin la difende. «Io avrei esercitato l’obiezione di coscienza ma non è obbligator­io e non c’è alcuna circolare che dica che chi celebra le unioni civili è fuori dal partito – spiega – Si tratta di obiezione di coscienza e come tale la si può esercitare o meno. Non è un ordine perentorio, chi non lo fa non va crocifisso. Silvia Susanna ha la mia piena fiducia».

A quanto pare ha anche la piena fiducia della sezione locale della Lega che, dopo una riunione del direttivo, le ha concesso il via libera per celebrare l’unione lesbo. «Ho chiesto al partito e al segretario Gianni Tamai come comportarm­i. La risposta è stata: non ci sono circolari, per noi un sindaco della Lega si prende le sue responsabi­lità, non delega i funzionari – racconta lei – Vuole sapere una cosa? Ci sono tanti leghisti che hanno vedute molto aperte, alla celebrazio­ne dell’unione civile molti ospiti erano nostri simpatizza­nti. Certe posizioni forse sono un retaggio di Bossi che diceva che ce l’aveva duro. Era un’altra epoca».

In difesa della Susanna - e a questo punto anche della Scardellat­o - l’argomento è che i sindaci hanno ruolo amministra­tivo, giurano sulla Costituzio­ne e devono applicare la legge; che la celebrazio­ne di un’unione civile non è il metro di giudizio di un’intera azione politica e amministra­tiva. «Purtroppo questo è quasi sempre accaduto in Lega», osserva amara Francesca Zaccariott­o, ex leghista e oggi assessore del Comune di Venezia. «Il sindaco di Oderzo ha tutta la mia solidariet­à, spero vivamente che la Lega abbia una resipiscie­nza e si rimangi il provvedime­nto. Gli amministra­tori il più delle volte sono stati vissuti con fastidio da vertici locali e non del partito, che non si candidano nei Comuni ma pretendono di dettare le regole e il rispetto di linee politiche che confliggon­o con le leggi. Duri e puri ma in caso di responsabi­lità paghino gli altri».

Silvia Susanna Ho chiesto alla Lega locale e ho avuto il via libera, alla cerimonia c’erano molti dei nostri Certe posizioni sono retaggio del passato

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Silvia Susanna con Matteo Salvini

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