Senza biglietto sui treni, ecco le tratte peggiori
Oltre il 10% sui convogli diretti a Trento e Mantova. Il nodo della riscossione
Maxi operazione di Trenitalia per contrastare il fenomeno dei portoghesi sui convogli di Veneto e Trentino. Due delle tratte preferite dai furbetti partono da Verona: quella verso Trento (che registra un tasso di evasione pari al 10,78%) e quella verso Mantova (la prima in assoluto con una percentuale del 12,67). Nel corso di oltre 51mila controlli, sono state scoperte oltre 4mila persone non in regola. Ma resta il nodo delle multe non pagate.
Che la linea sia una delle più «calde» è ormai un dato certo. E anche l’ultima maxi operazione realizzata da Trenitalia per contrastare il fenomeno dei portoghesi sui convogli, lo conferma: sui regionali tra Verona e Trento la percentuale di viaggiatori trovati senza biglietto si attesta al 10,78% a fronte di una media regionale assestata sul 7% circa. Un risultato che piazza la linea al terzo gradino del tutt’altro che invidiabile podio delle tratte dei «furbetti» tra Veneto e Trentino, dietro alla Verona-Mantova (12,67%) e alla Trento-Bassano (10,91%).
Nel corso di oltre 51mila controlli messi in atto dalle squadre del personale di Trenitalia tra il 26 e il 30 settembre e tra il 3 e il 7 ottobre su 342 regionali e nelle principali stazioni, sono state scoperte oltre 4mila persone non in regola. Il 75% di queste sono state allontanate ancor prima di salire sui convogli e invitate ad acquistare il biglietto. Ma i «furbetti» hanno già trovato il modo per aggirare l’ostacolo: si presentano ai binari con un tagliando per la tratta più breve, fino alla stazione immediatamente successiva. In questo modo, nessun controllore può impedire loro di salire.
Uno stratagemma che, come accaduto lo scorso giugno, può scatenare il caos più assoluto. In quell’occasione, il controllore esasperato aveva deciso di bloccare a Domegliara il convoglio partito poco prima da Porta Nuova e di chiamare polizia e carabinieri per riuscire a identificare tutti i viaggiatori trovati senza biglietto, per la maggior parte venditori ambulanti diretti in Trentino. E alla fine, il regionale era arrivato a destinazione con oltre 100 minuti di ritardo.
È anche per evitare disagi del genere che Trenitalia ha deciso di far scattare la maxi operazione delle scorse settimane che ha portato ai seguenti risultati: 1.187 biglietti venduti direttamente sui treni per un importo di oltre 10mila euro e 140 verbali di accertamento emessi per un importo di circa 13 mila euro. Peccato che, in questo secondo caso, le speranze di riuscire a incassare le somme dovute, siano praticamente ridotte al lumicino. Perché, nella quasi totalità dei casi, i portoghesi fermati sono stranieri che non dichiarano nemmeno un domicilio a cui poter poi recapitare i solleciti e le eventuali cartelle esattoriali. Proprio per questo motivo, la direzione di Trenitalia sta valutando la possibilità di lanciare una sorta di «campagna educativa» direttamente sulle banchine, impegnando il personale nel dare informazioni a quei passeggeri (nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di cittadini stranieri) che provano a salire senza biglietto: verrà spiegata loro la possibilità di acquistare un abbonamento che garantisca un viaggio più economico e senza lo stress di venire fermati e controllati a ogni stazione.
Per scongiurare anche i casi di aggressioni nei confronti dei controllori: dagli uffici centrali della società viene reso noto che in 36 occasioni tra Veneto e Trentino, il personale è stato minacciato dai viaggiatori che non volevano pagare il biglietto e si è trovato costretto a richiedere l’intervento della polizia ferroviaria. «Questo nuovo approccio al fenomeno dell’evasione - spiega Trenitalia - punta a recuperare risorse finanziarie a beneficio dei viaggiatori che pagano il biglietto».