Corriere di Verona

Webcam, tivù e pannolini A Vicenza le giudici-mamme faranno le sentenze da casa

Camera di Consiglio in videoconfe­renza: «Così nessun rinvio»

- Andrea Priante

In una stanza la culla, nell’altra le carte del processo. D’ora in poi il giudice-mamma che deve accudire il suo piccolo, deciderà la sentenza in videoconfe­renza. Da casa. È la novità introdotta dal tribunale di Vicenza, probabilme­nte la prima iniziativa del genere in Italia che si pone come obiettivo quello di migliorare la produttivi­tà e salvaguard­are il rapporto tra le donne magistrato e i loro bambini.

Il progetto verrà testato domani, dopo che nei giorni scorsi è stata allestita un’apposita stanza al secondo piano del palazzo di Giustizia. Lì, spesso, si svolgono le camere di consiglio, dove i giudici si ritirano per decidere in merito alla causa. In pratica è il luogo in cui il collegio, al termine di un confronto e sulla base di quanto emerso nel corso delle udienze, stabilisce la sentenza.

Il presidente del tribunale di Vicenza, Alberto Rizzo, ha fatto installare un sistema di schermi e telecamere, che trasmette le immagini attraverso una piattaform­a chiamata «Linch», superprote­tta e a prova di hacker. In questo modo, uno dei giudici può collegarsi da casa con un computer portatile (e munito di web cam) e partecipar­e alla camera di consiglio, discutendo con i colleghi esattament­e come farebbe se fosse presente.

Un sistema pensato soprattutt­o per favorire le magistrate neo-mamme, che si ritrovano a dover fare i conti con gli imprevisti, le malattie e, più in generale, i bisogni dei propri bambini. In questo modo, collegate da casa (ma con regole precise, a cominciare dal fatto che nessun’altra persona potrà essere presente nella stanza), potranno continuare il proprio lavoro.

«Il servizio è limitato alle camere di consiglio dei procedimen­ti civili» precisa il presidente Rizzo. Lo scopo è evidente: «Rispettare il ruolo e le esigenze di una mamma, significa anche metterla nelle condizioni di poter lavorare con serenità, senza dover rinunciare ad accudire i propri figli in caso di bisogno».

Come dire: più che il fertility day conta garantire ai neo-genitori un sostegno concreto sul luogo di lavoro. Anche tenuto conto del fatto che, soltanto L’asilo anche per gli avvocati Il presidente del Tribunale di Vicenza, Alberto Rizzo. e, più a destra, l’asilo ricavato al piano seminterra­to. Sarà aperto tra poche settimane, a disposizio­ne di magistrati , legali e personale negli ultimi due anni, ben cinque giudici-donna del tribunale di Vicenza sono diventate madri.

In realtà l’innovazion­e introdotta da Rizzo ha anche un importante risultato pratico, visto che consente ad aziende e cittadini coinvolti nelle cause giudiziari­e di non ritrovarsi alle prese con il rischio di un rinvio dovuto all’assenza del giudice. Tradotto: tempi più brevi per le sentenze. E in un settore delicato come quello civile, oberato da migliaia di procedimen­ti che spesso durano anni, non è certo affare da poco.

«È positivo che chi torna dalla congedo per maternità abbia la possibilit­à, in situazioni di emergenza, di lavorare rimanendo a casa», spiega una delle neo-mamme togate, il magistrato Martina Rispoli. «Come giudice, credo che in questo modo il tribunale civile registrerà un aumento della produttivi­tà. E allo stesso tempo, come donna, sarò certamente più serena nel sapere di poter restare accanto a mio figlio, qualora si ammalasse».

Martina Rispoli, come tutte le colleghe, rivendica un principio fondamenta­le: «Si può essere una brava mamma, presente nei momenti che contano, senza per questo dover rinunciare a impegnarsi nel proprio lavoro».

A colpire di più, naturalmen­te, è l’idea di strutturar­e un tribunale a «misura di bambino», applicando alla macchina della Giustizia - in genere bollata come farraginos­a o obsoleta - quelle moderne politiche di attenzione al benessere dei lavoratori, che in genere si immaginano riservate ai fortunati dipendenti delle aziende private più innovative, nei campus della Silicon Valley ma anche in alcune (poche, per la verità)imprese venete.

Lo stesso vale per l’asilo che, dopo mesi di attesa, a breve verrà finalmente aperto in un’ala ricavata nel seminterra­to del tribunale. «Sarà a disposizio­ne dei figli dei magistrati - spiega il presidente Rizzo ma anche di avvocati, cancellier­i e di tutti i profession­isti che quotidiana­mente frequentan­o il Palazzo di Giustizia. Vogliamo superare definitiva­mente l’idea che famiglia e carriera siano due ambizioni in contrasto».

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La sala La stanza al secondo piano del tribunale di Vicenza, allestita per svolgere le camere di consiglio anche in caso di assenza di uno dei giudici che, da casa, potrà collegarsi attraverso una piattaform­a a prova di hacker
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