Corriere di Verona

I «vecchietti» contro i «ragazzini» Chievo-Milan, scontro generazion­ale

Al Bentegodi si sfideranno la squadra più anziana e quella più giovane

- Matteo Sorio

Quando Stefano Sorrentino entra nel suo primo settore giovanile alla Lazio, 1996, la Playstatio­n con cui Gigio Donnarumma smaltisce oggi le tensioni pre-partita è in commercio in Europa da neanche un anno. Quando Riccardo Meggiorini si accinge a muovere i primi passi nel Tarmassia a Isola della Scala, 1992, il nome di quella Champions League in cui M’Baye Niang ha debuttato tre anni fa è ancora Coppa dei Campioni. E infine: nell’Atalanta che porta in Italia Ivan Radovanovi­c, anno 2008, è tesserato per i Pulcini un certo Manuel Locatelli che ancora non sa di avere San Siro nel destino. Tutto questo per dire che Chievo-Milan, domenica sera al Bentegodi, sarà (anche) uno scontro generazion­ale. Tra i pali se la vedranno, a distanza, un portiere di 37 anni, Sorrentino, e uno di 17, Donnarumma. Là davanti giocherann­o a chi s’accende di più un attaccante di 31 anni, Meggiorini, e uno di 21, Niang. In play lotteranno a chi fa argine e la smista meglio un regista di 28 anni, Radovanovi­c, e uno di 18, Locatelli (probabile sostituto di Montolivo). Sono, questi, i contrasti più forti in un match tra pariclassi­fica, 13 punti, cui fa cornice l’anagrafe. Perché per età media dei giocatori schierati dopo 7 turni, il Chievo è la squadra più in là con le primavere, 31 anni e 91 giorni, mentre il Milan è la più giovane, 25 anni e 293 giorni. E al contempo la voce «esperienza» racconta che i dodici giocatori finora più utilizzati da Maran totalizzan­o 2.502 presenze in A contro le 1.104 dei dodici (tolto Montolivo) più impiegati da Montella. Da un lato, dunque, ci sono quasi 6 anni di differenza fra i ragazzotti clivensi e i ragazzini rossoneri: se il profumo dell’undici titolare è ben conosciuto dai Calabria (19 anni), Romagnoli (21), Suso (22) e Niang (21), di qua lo stesso può valere per gli Inglese e Rigoni (24 e 25 anni), non per i fin qui intravisti Jallow e Parigini (20 anni a testa). Dall’altro, però, l’età fa rima pure con curriculum. E, come detto, il divario è enorme. Si passa dai Dainelli (405 partite in A), Pellissier (396), Gobbi (348) e Sorrentino (267) agli Abate (238), Bonaventur­a (172), Paletta (167) e Kucka (156). Il Chievo, insomma, è più vecchio. Ma ne ha viste di più. Il che in un big-match, magari, aiuta a giocarsela.

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