Imam, vescovi, scrittori, film Ecco la «Babele a Nordest»
Dal 18 al 23 ottobre autori internazionali e confronti provocatori, da Luxuria a Moni Ovadia da Ben Jelloun a Ramin Bahrami e Costanza Miriano. Sgarbi: «Una rassegna senza limiti»
«Non volevano un festival rigoroso. Per questo hanno pensato “dobbiamo chiamare Sgarbi, l’ultimo guastatore, pronto alla guerriglia urbana, indifferente ai bombardamenti”... Così è stato. Allora con Babele, liberi tutti». Parole (tra le molte) di Vittorio Sgarbi, che ieri in Comune a Padova ha svelato tutti i nomi della rassegna letteraria «Babele a Nordest». Un programma fitto di autori e sorprese, dal 18 al 23 ottobre, che porterà a Padova scrittori internazionali, vescovi, intellettuali, attori e personaggi di spettacolo.
«Libertà» è la parola d’ordine, declinata da Sgarbi con bizzarre commistioni tra personaggi spesso contrapposti o di ideologie differenti, come ad esempio il grande evento di martedì 18 ottobre (ore 19) dal titolo «Islam», in cui si troveranno a confronto Amina Sboi attivista tunisina nota in tutto il mondo per avere sfidato l’ira dei salafiti mostrando il seno su Facebook, Giuliana Sgrena, la giornalista turca Salin Sanli, Filippo Maria Battaglia esperto di «storia del maschilismo italiano», Michele Fontana che ha intervistato decine di donne saudite e padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del convento di Assisi. O il secondo confronto, sempre su «Islam» mercoledì con Vito Mancuso, Monsignor Luigi Negri vescovo di Ferrara, Luca Doninelli e Stefano Allievi. Giovedì la terza puntata con Shady Hamadi, Monsignor Franco Giulio Brambilla vescovo di Novara, Fausto Bertinotti e Moni Ovadia.
Tra le provocazioni, l’incontro il cui annuncio è già diventato virale sui social, tra Costanza Miriano, Melissa P.e Vladimir Luxuria sul tema «libera o sottomessa?».
«Dite pure che Bitonci vuole Luxuria», ha arringato Sgarbi.
«Beh, magari meglio dire che non ho nulla in contrario», ha precisato Bitonci.
Sgarbi ha illustrato il festival, ma prima non ha lesinato gli strali. Contro Massimo Cacciari, «che il sindaco Bitonci voleva, ma io non ho invitato perché è un ignorante», contro Mauro Corona, «ha detto che non vuole venire al festival di Bitonci, ma nessuno l’aveva invitato. Io volevo portare l’altro Corona, Fabrizio», sulla locandina cambiata in polemica con l’Osservatore Romano: «Ci hanno fatto togliere il Papa, ma se lasciavamo solo l’Imam andava bene, cose da pazzi». Alla fine è stata scelta l’immagine dei tre filosofi di Giorgione. E contro il premio Campiello: «Una schifezza di premio orrido fatto da orridi personaggi». Show a parte, il programma di «Babele a Nordest» è pieno di autori internazionali, tra cui Tahar Ben Jelloun, che sabato 22 in Salone incontrerà il vescovo di Camerino monsignor Brugnaro, Giuseppe Pisanu e Gian Antonio Stella. E riceverà poi il premio dei librai, consegnato da Riccardo Calimani. Poi Shady Hamadi, Moni Ovadia, Younis Tawfik, Pierangelo Buttafuoco, Paolo Di Stefano, Edoardo Albinati, Giuliana Sgrena, Michele Ainis, Sveva Casati Modignani e molti altri. Non mancheranno i più importanti autori del Nordest, da Antonia Arslan, a Ferdinando Camon, Romolo Bugaro, Marco Franzoso, Matteo Righetto, Francesco Maino, Giancarlo Marinelli, Gianmario Villalta, Vitaliano Trevisan, Fulvio Ervas. L’omaggio ai grandi veneti, da Giuseppe Berto, Gianantonio Cibotto, Dino Buzzati, Luigi Meneghello, Neri Pozza, Giuseppe Berto, Goffredo Parise e altri. I dibattiti sulla letteratura a Nordest, gli incontri tra arte e musica, le lezioni di arte. E spazio allo spettacolo con il concerto che vedrà insieme Gino Paoli e Danilo Rea. Ci sarà Ramin Bahrami e pure la pornostar Vittoria Risi (non insieme), che ieri accompagnava Sgarbi a Padova. Infine la «Babele Off», tra Comune di Padova e librerie della città, che darà spazio agli autori locali.
«Un festival dadaista, senza limiti, pieno di intellettuali di sinistra, anche se non è un festival di sinistra - ha sottolineato Sgarbi - . Si muove di tutto: imam e vescovi, teologi e monaci zen. E anniversari: il quinto centenario della prima stesura dell’Orlando Furioso, scritto nel 1516 a Ferrara, nella casa che mio nonno acquistò, il centenario della morte di Guido Gozzano, della nascita di Giorgio Bassani e Aldo Moro. Film derivati da romanzi dei grandi scrittori veneti del Novecento, su tutti il capolavoro di Luciano Vincenzoni Signore e Signori. E ancora recite del Ruzante, i giovani scrittori e i vecchi, come mio padre Giuseppe Sgarbi».
Il sindaco Massimo Bitonci ha evidenziato: «E’ una rassegna che farà discutere, ma non è autoreferenziale come la “sagra” precedente, pardon la fiera che c’era prima a Padova». L’assessore alla Cultura Matteo Cavatton: «Abbiamo invitato i migliori pensatori italiani e stranieri. Il programma dimostra quanto spazio si sia dato alla libertà di pensiero e al confronto»