E ai carabinieri confessa «Ero molto stressato, non ce la facevo più»
Un «tarlo» silenzioso che lo ha divorato per mesi e mesi. Corrado Tommasi, l’uomo che ieri è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso il padre Bruno, combatteva da anni la sua personale battaglia contro la depressione. «Era seguito dal Centro di Marzana - ha raccontato il fratello Luciano -, ma non era mai stato ricoverato. Si presentava circa ogni tre settimane per le visite di routine, ma non aveva mai dato segni di squilibrio, né tantomeno aveva mai manifestato atteggiamenti violenti. A volte litigavano, come avviene in qualsiasi famiglia».
Era lui, rimasto sempre in casa con i genitori Bruno e Leonella, a essersi preso in carico la loro assistenza. «Io e mia moglie gli davamo il cambio nei fine settimana - ha spiegato Luciano -, ma per il resto era Corrado a seguirli notte e giorno. Non aveva hobby particolari: gli piaceva leggere e collezionava monete. Solo nelle ultime settimane avevamo iniziato a prendere in considerazione l’ipotesi di una badante». Perché la situazione iniziava a farsi sempre più pesante, come avrebbe poi ammesso lo stesso Corrado davanti ai carabinieri. «Ero molto stressato, non ce la facevo più» le sue parole per giustificarsi.
Papà Bruno nei giorni scorsi era stato dimesso dall’ospedale di Borgo Trento. Un ricovero che sicuramente ha sconvolto l’equilibrio familiare in casa Tommasi: «Aveva avuto i soliti malanni legati all’età, niente di particolarmente preoccupante - ha dichiarato Luciano -. Ma mio fratello lo assisteva anche lì in ospedale». E una volta dimesso, aveva continuato ad accompagnarlo nei frequentissimi giretti in auto che l’anziano continuava a chiedere. Quasi un’«ossessione» per l’ottantenne
Alcoltest gratuiti in distribuzione al comando della municipale di via del Pontiere. La notte più «calda» dell’anno la si affronta anche così. La data sul calendario è stata cerchiata con il pennarello rosso: da anni ormai Halloween rischia di creare più danni di quelli registrati a San Silvestro. Vere e proprie feste organizzate all’insegna dell’eccesso. Tutto lecito, ben inteso, ma a patto che poi chi decide di trasgredire non si metta in testa di sedersi al volante di un’auto mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri utenti della strada. Sono i numeri a certificare il problema, come ricorda il comandante Luigi che iniziava a manifestare i sintomi dell’Alzheimer. Mamma Leonella, invece, è sempre stata lucida, ma da tempo faticava a spostarsi autonomamente a causa dei dolori alle gambe.
Una situazione che potrebbe aver «esasperato» Corrado, secondo il parroco di Cerro, don Franco, avvisato della tragedia in tarda serata: «Conoscevo la situazione della famiglia, ma nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa simile. Corrado era sempre al fianco dei genitori». E non aveva mai chiesto aiuto a nessuno. «Al Comune non risulta che la famiglia fosse seguita dai Servizi Sociali - ha spiegato il sindaco di Cerro, Nadia Maschi -. Siamo tutti sconvolti. Resta sempre l’amaro in bocca pensando a quel che si sarebbe potuto fare. Se solo avessimo saputo...». (e.p.)
Altamura: «In alcuni anni, nonostante la tendenza verso una drastica diminuzione, abbiamo registrato più incidenti ad Halloween che a Capodanno. Il nostro obiettivo è quello di ridurli ulteriormente». Con una ricetta che non si basa esclusivamente sulla repressione, ma anche e soprattutto sulla prevenzione. «Potenzieremo certamente i controlli sulla strada – prosegue Altamura -, ma riteniamo importante che ciascuno comprenda quanto sia rischioso mettersi alla guida in condizioni psicofisiche inadatte, in particolare dopo aver bevuto alcolici. È fondamentale che tutti i
Nel mare di dolore e di dubbi in cui è sprofondato ieri, Luciano provava a darsi delle risposte: «Anche questa mattina (ieri, ndr) erano usciti insieme in auto. Poi sono rientrati per pranzo, sono sicuro che abbiano mangiato qualcosa perché ho trovato i piatti nel lavello. Mio padre gli ha chiesto di portarlo di nuovo in giro e lui l’ha accompagnato in garage: me l’ha detto mia madre». Poi, quel che è successo nella rimessa sotto casa, lo può conoscere solamente Corrado. Ore 12.38: «Vieni qui, ho strangolato papà».
Forse il gesto estremo di un uomo che non riusciva più a gestire il peso della malattia. Sua e dei due genitori. In attesa dell’autopsia, la salma dell’anziano è stata trasferita all’obitorio del Policlinico di Borgo Roma. Corrado Tommasi, invece, dopo essere stato a lungo interrogato dai carabinieri, è stato trasferito in carcere a Montorio in attesa di comparire davanti al gip per la convalida. «Scusate, ora devo tornare in casa da mia madre - ha detto Luciano -. È distrutta e non sa darsi una spiegazione».