L’avvocato, il cameriere e lo studente pendolare «Almeno non toglieteci la libertà delle due ruote»
«Non esiste proprio, scrivetelo». Vola via al verde del semaforo di fronte McDonal’d Alberto, studente, casco rosso e scooter, dopo aver espresso la sua sintetica ribellione (con annessa parolaccia) al possibile divieto della Ztl estesa a tutte le moto, come richiesto dal comitato VeroCentro. Ma gli epiteti di un adolescente non sono una reazione isolata all’ipotetica novità viabilistica che si nasconde dietro l’angolo, anzi: adulti, professionisti, padri di famiglia sono i più arrabbiati solo all’idea di riconsiderare auto e mezzi pubblici.
«Non capisco la rabbia che sta alla base di questa richiesta spiega Michela, 35 anni, avvocato, mentre esce dalla farmacia chi abita in centro crede forse che ci divertiamo a correre al lavoro, attraversando la città come si può? Pongano qualche divieto notturno, se il fenomeno è legato a qualche specifico episodio di degrado, ma non colpiscano tutti». «Io ci metterei un quarto d’ora in più, come minimo, ad andare a scuola e a casa - è il commento di un compagno di Alberto, che vuole restare anonimo - e sai quanto pericoloso sarebbe andare nelle strade trafficate nell’ora di punta?». L’avvocato Roberto Nicolini (il tragitto quotidiano tipo in centro: via Leoncino-Teatro Nuovo e giù di lì)proprio mentre parcheggia il suo scooter nel parcheggio-moto di fronte allo studio di corso Porta Nuova, scuote la testa: «Un’assurdità, robe da matti».
Ed è proprio la classe degli avvocati a rinforzare l’esercito dei ribelli: «Se il Comune darà seguito a questo divieto ci dovrà spiegare dove e come parcheggiare le auto e forse ci dovrà anche spiegare come inquiniamo noi e non quegli autobus che ancora vediamo girare - fanno eco Valerio e Nicole - forse qui ci si dimentica che si usa il mezzo per praticità, per recarsi al lavoro». Lo sanno bene i baristi e i camerieri che quotidianamente, anche percorrendo diversi chilometri dalla provincia, corrono per arrivare in tempo nel caos cittadino. «Io arrivo da San Michele e faccio due lavori - racconta Necessità Marian e, sotto, la sorella: in moto per lavoro Liliam, 26 anni - di giorno presto servizio all’osteria sotto l’orologio e poi la sera in un locale in via Morette, facendo circa venti chilometri al giorno. Sono arrabbiato per questa proposta, non ha senso: non inquina nessuno visto che ormai i nostri motori sono tutti Euro 6. Il disturbo? Se togli quei cinque secondi in cui accendiamo la moto, non vedo dove sia il problema».
Concordano «due caschi» poco più in là: Marian, 27 anni, cameriere alla «Bella Napoli» e la sorella. «Non ci sono parcheggi, i residenti del centro dovrebbero distinguere le situazioni di cui si lamentano e non penalizzare noi lavoratori che abbiamo l’esigenza di muoverci per evitare traffico e parcheggi scomodi, cari o sempre saturi».
«Non vogliono le moto? Ci diano in dotazione un mezzo elettrico alternativo, visto che ad ogni problema deve corrispondere una soluzione» conclude Giorgio F, residente in Ztl ma innanzitutto «motociclista». vivibilità e frequentazione in senso lato. È stato così anche negli altri grandi capoluoghi, compresi quelli turistici, dove si è adottata questa politica. E alla fine perfino la categoria dei commercianti, oppositrice ai limiti di accesso, cambierebbe idea di fronte alle migliorie e ai benefici che ricadrebbero anche sulla loro categoria».
Al momento, però, quello che arriva da Confcommercio per voce del suo presidente Paolo Arena risulta un «no» più risoluto che mai: «Parificare per la Ztl auto a moto e scooter? Non se ne parla neppure, per quanto ci riguarda non siamo neppure disposti ad aprire una discussione in merito. I divieti ai varchi per le vetture a 4 ruote ci stanno già creando abbastanza difficoltà e complicazioni - obietta -. Figuriamoci cosa vorrebbe dire estenderli... Non vogliamo proprio sentirne parlare, anzi al sottoscritto pare che si tratti solo di una boutade elettorale. Comunque,per noi è una questione chiusa già in partenza con un secco rifiuto».
Al contrario delle barricate sollevate da Confcommercio, dai Confesercenti giunge invece la «disponibilità a prendere in considerazione l’ipotesi. Anche perché - ritiene il presidente provinciale Silvano Meneguzzo - le limitazioni ai varchi ad autovetture e furgoni non hanno di certo messo in ginocchio il nostro settore, che è stato in grado di reagire e di riorganizzarsi per far fronte ai divieti. Non vedo quindi come potrebbe farci affondare un’eventuale estensione delle “finestre” a moto e scooter. A ogni modo, come sempre da parte nostra. la risposta è “sediamoci a un tavolo e parliamone”». Accordo possibile?