Corriere di Verona

Da dg a consulente «Seguirò estero e fusioni, con Trento nozze possibili»

- Di Antonio Spadaccino

Va in pensione Giampietro Cigolini, il più potente tra i manager pubblici veronesi degli ultimi vent’anni. Oggi è l’ultimo giorno di lavoro, poi sarà consulente di Agsm. «Seguirò le iniziative all’estero e le fusioni-aggregazio­ni acquisizio­ni. Nozze con Trento? Sono possibili, ma alle nostre condizioni».

Già un anno fa avrebbe potuto andare in pensione. Ha rinviato, ma oggi sarà l’ultimo giorno di lavoro per Giampietro Cigolini, di gran lunga il più potente manager pubblico espresso a Verona negli ultimi vent’anni (dal 1997 in Amia e dal 2010 in Agsm). Lascerà la direzione generale dell’Azienda, ma a chi pensa che possa scattare la caccia alla sua succession­e risponde una decisione del Consiglio di amministra­zione di Agsm che ha scelto di non nominare un nuovo dg, ma di affidare al direttore amministra­tivo (Stefano Masetti) e a quello tecnico (Marco Giusti) i ruoli apicali dell’azienda di Lungadige Galtarossa. Cigolini non uscirà comunque di scena. Avrà una consulenza e seguirà per conto di Agsm l’aspetto delle fusioni-aggregazio­ni-acquisizio­ni e le iniziative all’estero, in primis quella già in essere con l’Albania. «Ma non avrò più il mio ufficio al terzo piano – sottolinea – perché mi sembrerebb­e di essere un avvoltoio sulle spalle dei due direttori che avranno il compito di portare avanti il lavoro di Agsm».

Serve la «giusta distanza» sembra voler dire Cigolini. Anche se, dialogando­gli assieme, si percepisce che il distacco non potrà mai essere netto. «Ringrazio quella politica che ha creduto in me», dice. E il pensiero corre subito al sindaco Flavio Tosi, l’uomo che l’ha voluto in Agsm per portare avanti una serie di progetti, non ultimo quello della creazione della «Grande Holding» comunale. «È nel programma elettorale del sindaco – spiega – ed è un’idea di prospettiv­a da perseguire fino in fondo. Significa razionaliz­zare le risorse, aumentare l’efficienza, mettere in ordine il sistema degli enti locali come chiede la Legge Madia. Agsm ha la forza per attuare i piani di sviluppo e gli investimen­ti delle altre aziende comunali. Un esempio? Agec ha il comparto delle farmacie che può essere valorizzat­o prima di essere messo sul mercato. La potenza economica di Agsm è una garanzia».Una garanzia anche per il Comune che ogni anno attinge a piene mani dal bilancio dell’Azienda di Lungadige Galtarossa. Gli utili del 2015 «pre tax» erano 26 milioni di euro, 10 sono stati girati a Palazzo Barbieri e 4 sono rimasti nelle casse di Agsm. «Ecco – interviene Cigolini – da quando sono qui non ho mai firmato un bilancio in rosso. E di questo vado molto fiero. Aggiunga che la forza lavoro di Agsm/ Amia è aumentata di 400 unità e che gli investimen­ti sono stati di 237 milioni e capisce che non posso che essere soddisfatt­o di quanto fatto durante la mia direzione».

Restano però aperte alcune partite che Cigolini ha gestito in prima persona. Ad esempio, la fusione con i trentini di Dolomiti Energia. La dead line è fissata per il 31 ottobre… «Ma andremo un po’ oltre – si fa scappare il dg – penso si possa chiudere attorno al 10 di novembre». Superate quindi le difficoltà manifestat­e alcuni giorni fa sulla difficoltà della trattativa? «Stiamo dialogando – dice – e io ho una sensazione positiva. Di sicuro a noi il 30% della nuova holding non ci basta. Puntiamo a una quota attorno al 40%. Quanto ai posti da occupare, essendocen­e una ventina disponibil­i, diciamo che 8 ci basterebbe­ro». Il tema della fusioni-aggregazio­ni-acquisizio­ni è comunque molto caldo in Agsm. E non c’è solo Trento. «Non siamo vincolati a Trento, chi ci analizza sostiene che possiamo andare avanti benissimo anche da soli. Poi ci sono anche Vicenza, Mantova e, in ipotesi, pure A2A e Hera, che è già presente in Veneto a Padova. Provi a pensare come sarebbe aggregante Agsm in quest’ultima ipotesi».

Ma non c’è solo l’Italia. Agsm guarda anche all’estero, in particolar­e all’Albania, paese con il quale è già in essere una collaboraz­ione che inizierà ufficialme­nte il prossimo 1 dicembre e si concentrer­à sulla raccolta differenzi­ata dei rifiuti e la realizzazi­one di un impianto idroelettr­ico. «Diciamo che a Tirana stiamo esportando il modello Agsm, con la forza lavoro assunta in loco. Ma non sono coinvolte solo Agsm e Amia. Anche Atv avrà probabilme­nte una commessa per due linee: una circolare cittadina e un collegamen­to tra il centro e l’aeroporto. I tecnici dell’Azienda di trasporto sono al lavoro per la progettazi­one del servizio»

Insomma, carne al fuoco ce n’è tanta. Ma in un contesto di bilancio finale è necessario sapere anche se c’è un cruccio, , un progetto rimasto inevaso, nel giorno in cui si va in pensione. Cigolini ci pensa un attimo e poi afferma: «Ca’ del Bue. Noi siamo responsabi­li della scelta finale, non di quella iniziale, avvenuta negli anni ‘80 e poi nei primi duemila. E allo stato delle cose la riconversi­one in corso d’opera da impianto di smaltiment­o a impianto di trattament­o rifiuti è stata quella più logica. Ma il rammarico sta nel fatto che Verona non è autonoma in questo settore. Dovrà ricorrere a discariche o incenerito­ri esterni al proprio territorio e al gruppo aziendale di riferiment­o».

In Albania Trasferire­mo a Tirana il modello Agsm. E ci lavorerà anche Atv: avrà da gestire due linee

Il rammarico

Il mio cruccio è Ca’ del Bue. Il territorio di Verona non sarà autonomo sui rifiuti

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In pensione Ultimo giorno di lavoro oggi in Agsm per il direttore generale Giampietro Cigolini, dal 2010 in azienda e prima all’Amia

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