Corriere di Verona

Boschi e Flavio, corte ai notai «Votate sì al referendum la riforma produce sviluppo»

- C.T.

La campagna della ministra Boschi, le parole al miele del sindaco. La nuova puntata del romanzone sulle affinità elettive tra governo Renzi e Flavio Tosi va in scena alla Fiera. L’occasione è data dal cinquantun­esimo congresso nazionale dei notai, che tornano a scegliere Verona dopo decenni di assenza. L’obiettivo dei due politici è quello comune del sì al referendum, la platea dei profession­isti sembra terreno favorevole. Inizia il sindaco, che porta i saluti di ordinanza dispensand­o consigli di comunicazi­one (applausi dalla platea): «La vostra profession­e è percepita come grigia e poco fantasiosa, invece ho amici notai e so quanto il vostro mestiere sia decisivo per il Paese. Dovreste trovare un modo per farlo capire alla gente». Ma poi bada al sodo: «Dal governo è arrivato un provvedime­nto di riforma della Costituzio­ne equilibrat­o. Vi invito - dice rivolto alla sala affollata di notai da tutta Italia- a valutarne i contenuti, e solo quelli. So che siete abituati a farlo nel vostro lavoro quotidiano».

Tosi parla, Maria Elena Boschi arriva. È insolitame­nte silente con i cronisti, rifiuta qualsiasi domanda a margine dell’evento: è la nuova strategia che, si dice per diktat di Matteo Renzi, le affida compiti molto definiti (leggi: limitati) sulla battaglia referendar­ia. E in questo senso sembra andare anche la scelta sull’appuntamen­to successivo fissato in agenda. Un incontro pubblico all’auditorium del Banco Popolare - Tosi con la ministra e la deputata dem Alessia Rotta organizzat­o dal movimento «Fare!». Pare sia saltato perché ieri il premier era atteso in visita in Veneto, Padova e Vicenza, e la Boschi non doveva fargli ombra mediatica. La beffa, poi, è che Renzi non si è presentato a causa dell’emergenza terremoto nelle Marche.

Le parole della ministra, quindi, sono solo quelle dal palco del congresso notarile: «Sulle riforme istituzion­ali spiega - ci ha spinto la consapevol­ezza che gran parte della crescita di un Paese passa anche dalla sua architettu­ra istituzion­ale, dalla sua governance. Credo che sia un elemento positivo fare chiarezza sulle competenze fra Stato e Regioni, riducendo alcune competenze di quest’ultime, coinvolgen­do i rappresent­anti delle istituzion­i territoria­li nel nuovo Senato, ma semplifica­ndo il rapporto, per semplifica­re la vita dei cittadini. Quindi non per avere meno democrazia, ma per avere meno burocrazia». Boschi rivendica: «In questi 30 mesi abbiamo cercato insieme di cambiare volto al nostro Paese. Le attestazio­ni di stima che arrivano da tanti governi stranieri che guardano al lavoro dell’Italia, per come è stata capace di cambiare, confermano che c’è un Paese che si è rimesso in moto, che sta attraversa­ndo un cambiament­o. I segnali positivi ci sono. Forse i notai - osserva - li percepisco­no ancora più da vicino, perché sono gli occhi diretti sul territorio e del rapporto con i cittadini. Ci sono ancora sfide da affrontare, ma in questi 30 mesi sono arrivati dati incoraggia­nti. Sia in termini di crescita del Pil che dell’occupazion­e». E nel percorso «di cambiament­i importanti che vanno dalla pubblica amministra­zione alla giustizia, dall’istruzione alle misure di carattere fiscale», la riforma istituzion­ale rappresent­a il punto di svolta. Se non altro, per il futuro politico del governo.

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Parole di governo Maria Elena Boschi insieme a Federica Chiavaroli, sottosegre­tario alla Giustizia, in Fiera al congresso dei notai

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