Melania Gabbiadini nella Hall of Fame «Un onore essere tra i campioni»
«Chissà che presto non mi faccia compagnia anche mio fratello Manolo (la punta del Napoli, ndr)…». Sorride, Melania Gabbiadini. L’attaccante dell’Agsm Verona è appena entrata nella Hall of Fame del calcio italiano. Il riconoscimento, introdotto dalla Figc, va alle figure che più hanno illustrato il pallone nazionale. Assieme a lei, quest’anno, a ricevere l’onore sono stati, tra gli altri, Beppe Bergomi, Silvio Berlusconi, Paolo Rossi: «Un orgoglio essere con loro in questa lista», dice Melania, bandiera della Verona del calcio femminile, pluridecorata, terza donna ad accedere all’«Albo della Fama». Prima di lei, Carolina Morace e Patrizia Panico: «Per me sono degli esempi – dice Gabbiadini –. Carolina, da commissario tecnico, mi ha convocato nella nazionale maggiore. Mentre con Patrizia ho giocato assieme per tanti anni e molto ho imparato su come essere più incisiva in fase realizzativa, una caratteristica che, in precedenza, non riuscivo a sfruttare al meglio». Della «Hall of Fame» fanno parte anche Roberto Baggio, Franco Baresi, Gabriel Omar Batistuta, Paolo Maldini, Gianni Rivera, Gigi Riva, Massimo Moratti, Giampiero
Boniperti, Marcello Lippi, Claudio Ranieri, Arrigo Sacchi, Carlo Ancelotti: «Non voglio indicare con chi, tra tutti loro, sia per me ragione di maggior orgoglio trovarmi al fianco. Sono dei grandi, hanno cambiato il calcio, conquistando successi a portando avanti nuove idee». Melania, bergamasca nata a Calcinate, e che ha compiuto 33 anni ad agosto, dal 2004 veste la maglia gialloblù, fin da quando l’attuale Verona era di stanza a Bardolino. Con la Nazionale ha collezionato 114 presenze e ha segnato 45 reti. Nella sua bacheca di trofei conta 5 scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe. Dal 2012 al 2015 è stata eletta calciatrice dell’anno. Ma lo sguardo di Melania è sempre proiettato verso il futuro: «Sono felice di aver raggiunto questo riconoscimento. Ora penso ai prossimi impegni, agli obiettivi da raggiungere con il Verona, a cui devo molto, e miro a disputare un grande Europeo con l’Italia, nel 2017, in Olanda». Spazio per le dediche, poi: «Innanzitutto, alla mia famiglia per tutto quello che mi ha insegnato. E dopo anche alla società in cui sono dal 2004 e che mi ha permesso di esprimermi al meglio».