Ricerca, il ministero promuove il Veneto Anche Verona sul podio del sapere
Il dossier del ministero proietta sul podio le nostre università in 14 aree scientifiche su 16 Padova prima tra le grandi, Venezia al top in Scienze dell’Antichità, bene anche Verona
La Valutazione della qualità della ricerca italiana, studio condotto dal ministero, premia Padova, Venezia e Verona in 14 aree scientifiche su 16, confermando che i risultati più brillanti arrivano proprio dal Veneto. Il rapporto, elaborato dall’ Anvur e presentato ieri a Roma, ha messo a confronto 118mila prodotti di ricerca spediti da 50mila docenti e ricercatori di 96 atenei.
Escludendo Giurisprudenza e Scienze politiche, non c’è campo del sapere senza Atenei veneti sul podio: la Valutazione della qualità della ricerca italiana 2011-14 (Vqr) premia Padova, Venezia e Verona in 14 aree scientifiche su 16, confermando che i risultati più brillanti arrivano proprio dal Veneto.
Il rapporto, elaborato dall’agenzia ministeriale Anvur e presentato ieri a Roma, ha messo a confronto 118mila prodotti di ricerca spediti da 50mila docenti e ricercatori di 96 atenei e 12 enti di ricerca vigilati dal Miur, oltre a sei enti di ricerca assimilati e 21 che hanno deciso di sottoporsi alla valutazione volontariamente. Per ciascuna area scientifica, l’Anvur ha stilato tre classifiche con atenei grandi, medi e piccoli in base al numero di iscritti. In Veneto la parte del leone spetta a Padova: il Bo è primo tra i grandi atenei in cinque aree (Scienze fisiche, Scienze mediche, Scienze agrarie e veterinarie, Ingegneria industriale e dell’informazione, Scienze psicologiche) e primo tra i medi in una (Scienze economiche e statistiche), ma vanta anche quattro «argenti» e un «bronzo». Rispetto alla Vqr 2004-10 (dove le aree scientifiche erano 14) il Bo perde due primati (Scienze della terra e Biologia), ne guadagna uno (Scienze psicologiche) e piazza due nuove discipline al secondo posto (Scienze matematiche e Ingegneria civile): «Per noi non è solo un riconoscimento – commenta il rettore Rosario Rizzuto - ma anche una responsabilità e uno stimolo. Se la prima valutazione, complicata come tutti gli esordi, era stata un ottimo segnale, mantenersi in testa testimonia come il nostro dato sia strutturale, consolidato».
Anche le altre università, però, hanno fatto incetta di posizionamenti sul podio a partire da Ca’ Foscari, prima tra i piccoli in Scienze della terra e terza tra i medi in Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e Scienze economiche e statistiche. Per Venezia il risultato più importante riguarda l’area «Scienze dell’Antichità e discipline filologico-letterarie e storico-artistiche» che, visto l’elevato numero di iscritti, era in concorrenza con i grandi atenei di tutta Italia: Ca’ Foscari ha battuto Bologna e Milano. «È un ottimo risultato, che conferma la classifica generale pubblicata a dicembre che ci vede al terzo posto in Italia - ha detto il rettore Michele Bugliesi - I nuovi dati evidenziano la qualità della nostra attività scientifica negli ambiti che da sempre costituiscono i nostri fiori all’occhiello, ma dimostrano il nostro grande valore anche su aree per noi più recenti come le scienze della terra».
Buoni anche i piazzamenti di Verona: tra gli atenei medi secondo posto in Scienze mediche e Scienze biologiche, tra i piccoli secondo posto in Scienze agrarie e terzo in Ingegneria industriale e dell’informazione. «Esprimo particolare soddisfazione per i risultati raggiunti nell’ambito delle cosiddette “scienze dure” e per quelli ottenuti dalle nuove leve», afferma il rettore Nicola Sartor. «Quest’ultimo indicatore conferma la bontà delle recenti scelte fatte in fase di reclutamento».
E nel suo ambito di riferimento (Architettura) non poteva mancare l’università Iuav di Venezia, seconda tra le grandi dietro al Politecnico di Torino e davanti al Politecnico di Milano. Buoni risultati anche per quanto riguarda i contributi dei giovani ricercatori, cioè quelli neopromossi o neoassunti nell’arco temporale 201114, in rapporto a quello dei docenti incardinati da più tempo: al Bo, per esempio, sono proprio i prodotti di ricerca delle nuove leve a trainare tre aree scientifiche.
«Gli atenei veneti si confermano al top per la qualità - dice il governatore Luca Zaia -. Il Veneto è orgoglioso del suo sistema universitario pubblico, dei docenti e dei ricercatori che ci lavorano, dei giovani che ci studiano. Sono tutti atenei pubblici e questo è un motivo di orgoglio in più e sottolinea ancora di più l’assurdità dei tagli che arrivano da Roma. Con l’autonomia potremo supportare ancora di più e meglio la grande qualità del nostro sistema universitario».
Rizzuto È un riconoscimento ma anche responsabilità e stimolo Sartor Soddisfatti per quanto ottenuto nelle «scienze dure»