Ma il legale: «Mancano ancora le analisi Arpav»
Via San Marco, sequestro disposto da Arpav e pm . La difesa: «Prematuro incolparci dell’inquinamento»
Rischio contaminazione idrica da Pfos in città: sequestrato da Arpav e procura lo scarico di una lavanderia in via San Marco. Ma il legale dell’attività avverte: «Mancano ancora le analisi». Dopo l’allarme, è comunque iniziato il giro di vite. Proprio nella giornata mondiale dell’acqua 2017, è scattato infatti ieri mattina, sotto forma di sigilli, il primo provvedimento della magistratura che indaga sui valori anomali riscontrati il 9 marzo dall’Usl Scaligera. La lavanderia comunque ieri era aperta.
Rischio contaminazione idrica da Pfos in città: dopo l’allarme, inizia il giro di vite. Proprio nella giornata mondiale dell’acqua 2017, è scattato infatti ieri mattina, sotto forma di sequestro, il primo provvedimento della magistratura che indaga sui valori anomali riscontrati il 9 marzo dall’Usl e che avevano indotto Acque Veronesi a chiudere per ragioni cautelative la centrale di distribuzione di Porta Palio.
Uno stop che si era protratto per un’intera settimana e che, finché gli enti non avevano poi comunicato il cessato allarme, aveva tenuto in apprensione i residenti e non solo. Nelle ultime ore, ad aver subìto l’apposizione dei sigilli dietro ordine dell’Arpav e previa successiva convalida da parte del pm Valeria Ardito, è stato lo scarico della lavanderia che si trova a circa 500 metri dalla centrale a cui fa riferimento l’intera zona dello Stadio. Si tratta del lavasecco «La Migliore» di via San Marco: attività che si trova lì dal 2014 e che si è specializzata nelle «lavorazioni dal lavaggio ad acqua e a secco di tappeti, tende piumoni e capi in pelle e pellicce, fino a lavorazioni particolari come il lavaggio di materassi in lana, igienizzazione di poltrone sedie e divani non sfoderabili, servizio di armadio per la stagione invernale».
Nonostante il sequestro, la lavanderia ieri pomeriggio era regolarmente aperta al pubblico: «Per ora nessuna dichiarazione da rilasciare, il momento sarebbe prematuro» si è limitato a rispondere cortese il titolare Manuel Zecchinato.
In mattinata, Arpav aveva comunicato l’avvenuta convalida da parte della procura della Repubblica scaligera del «sequestro dello scarico abusivo nella fognatura pubblica della lavanderia nei pressi della centrale di Porta Palio ritenuta la responsabile dell’inquinamento da Pfos del pozzo registrato nei giorni scorsi».Secondo l’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale, «le analisi della caditoia per la raccolta delle acque meteoriche hanno evidenziato la presenza di solventi, toluene e xilene, clorurati, percloroetilene». Da parte dei tecnici Arpav, è immediatamente partita la segnalazione della ditta alla procura per l’ipotesi di reato di scarico abusivo. «Appunto: al momento, al mio cliente viene imputato lo scarico abusivo ma non l’inquinamento dell’acqua con sostanze pericolose - tiene a precisare l’avvocato Simone Ghirotto, che assiste la lavanderia «La Migliore» -. A tutt’oggi non sono ancora state ufficializzate a riguardo le analisi dell’Arpav che confermino tale ipotesi: attenzione, dunque, ad accostare il nome dei miei clienti all’allarme contaminazione da Pfos. Soltanto le analisi potranno stabilire se le cose stiano effettivamente così oppure no: finora infatti ci viene addebitato solo lo scarico abusivo e in merito la lavanderia si muoverà nell’immediato per mettersi in regola. Sull’inquinamento, invece, non ci viene ancora contestato alcunché di certo». In sostanza, la lavanderia finita nel mirino di Arpav e procura ammette l’illiceità dello scarico («che peraltro - precisa ancora il legale - al momento della contestazione non veniva utilizzato da circa un mese») ma al tempo stesso avverte: aspettate a incolparci dei Pfos, mancano ancora le analisi di conferma da parte di Arpav.
Dunque il caso non si può ancora dire chiuso, tutt’altro. E tutta l’attenzione si concentra adesso sull’esito delle controanalisi con cui i tecnici dell’Arpav dovranno confermare con assoluta certezza l’individuazione dell’attività responsabile della contaminazione da Pfos.
Nel frattempo, riaperta la centrale, la situazione è rientrata nella normalità e rimane chiuso solo il pozzo dove l’Usl 9 ha riscontrato valori fuorilegge, il numero 2.«Fuoriuso causa Pfos», anche ieri.
Il titolare Il sequestro dello scarico? È prematuro adesso fare commenti