Corriere di Verona

Strage in A4, sale a 17 il bilancio delle vittime

Sono 17 le vite spezzate nello schianto del bus ungherese

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Non ce l’ha fatta. Dopo oltre due mesi di agonia è morto nell’ospedale militare di Budapest Kasza Balazs, imprendito­re di 41 anni. E sale a 17 il bilancio delle vittime dell’incidente del pullman ungherese in A4.

«Un fulmine a ciel sereno». Un fulmine che aggrava il bilancio del terribile incidente dello scorso 20 gennaio lungo l’autostrada A4, quando un pullman di studenti ungheresi si era schiantato contro il pilone di un cavalcavia prendendo poi fuoco. Sedici vittime morte sul colpo, tra ustioni e traumi devastanti. Da ieri, i morti in totale sono 17. Non ce l’ha fatta Kasza Balazs, accompagna­tore di 41 anni, rimasto gravemente ustionato dopo quel terribile schianto. L’imprendito­re che aveva deciso di accompagna­re gli studenti del liceo di Budapest nella loro settimana bianca sulle Alpi francesi, è deceduto ieri mattina all’ospedale militare della capitale ungherese. È stata la polizia ungherese a darne notizia ai colleghi della stradale di Verona che si erano occupati dei rilievi in quella terribile notte.

«L’avevo incontrato lunedì mattina, mi aveva mostrato i suoi progressi. Sono distrutto, è stato un fulmine a ciel sereno» commenta il console generale onorario d’Ungheria Lajos Pintér, ex primario del pronto soccorso di Borgo Roma, che in questi giorni si trova a Budapest. Balazs, che lascia la moglie e una figlia di pochi mesi, era stato trasferito in Ungheria a febbraio, dopo il ricovero in ospedale a Borgo Trento. «I medici del centro grandi ustioni e della rianimazio­ne del Polo Confortini avevano fatto un vero e proprio miracolo - prosegue il professor Pintér -. Balazs stava davvero migliorand­o, mi parlava spesso della sua famiglia, dei suoi progetti. Dell’incidente? No, di quello evitavo appositame­nte». Ex atleta di pallamano, arrivato a giocare persino nelle giovanili della nazionale, Balazs era stato aggregato al gruppo del liceo della capitale per insegnare a sciare ai ragazzi. «Lui era un imprendito­re di successo qui in Ungheria, tramite amici, aveva deciso di partecipar­e alla gita in Francia» conclude Pintér che in questi giorni ha incontrato anche l’autista del pullman, l’unico indagato ancora ricoverato all’ospedale militare. «Finalmente reagisce agli stimoli, ma non riesce ancora a esprimersi» ricorda il console onorario. (e.p.)

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I resti del pullman sul quale viaggiavan­o gli studenti di un liceo di Budapest e i loro accompagna­tori (archivio)
20 gennaio I resti del pullman sul quale viaggiavan­o gli studenti di un liceo di Budapest e i loro accompagna­tori (archivio)

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