L’esordio veronese della cittì Panico tra Var e nazionale
La prima (con sconfitta) dell’ex bomber. Rigore annullato grazie al video
Fischio d’inizio: il Bentegodi (meglio, le poche centinaia di spettatori presenti) saluta Patrizia Panico, quattro scudetti su 10 cuciti qui a Verona, oltre 700 gol da giocatrice, come la prima donna sulla panchina di una Nazionale maschile di calcio italiano. Minuto 28 della ripresa: il Bentegodi assiste al primo esempio italiano di applicazione della moviola in campo, la Var, rigore assegnato dall’internazionale Orsato e poi annullato per un fuorigioco all’inizio dell’azione. Sono i due battesimi di ieri pomeriggio, Italia contro Germania, categoria Under 16 del calcio maschile. Due prime volte a loro modo storiche, per l’album di famiglia del Bentegodi, dove già trovano posto quelle di Diego Maradona in Italia (16 settembre ‘84, Verona-Napoli) e di Franco Baresi (23 aprile ‘78, Verona-Milan) e Giancarlo Antognoni (15 ottobre ‘72, VeronaFiorentina) in serie A. «Sono felice che sia successo a Verona, dove ho giocato quattro anni», così Panico, ieri, al fischio finale, dopo aver visto la forte Germania Under 16 superare comodamente i suoi azzurrini, 1-4: «Ora finisce una settimana decisamente mediatica, tutti a parlare della donna-allenatore nella Nazionale italiana, c’era anche la Bbc. Spero diventi presto un fatto naturale in Italia. Qui a Verona è stato varcato un Rubicone, forse…». Settimana in cui la storia di Panico è finita in copertina: il ct dell’Under 16, Daniele Zoratto, impegnato con l’Under 19, quindi lei, vice di Zoratto e simbolo nostro del calcio in rosa, alla lavagna tattica, per questo doppio test con la Germania che replicherà domani, alle 11, a Caldiero (nell’undici azzurro anche il terzino sinistro del vivaio Hellas, classe 2001, Darrel Agbugui). Ma in copertina, come detto, ci va anche il primo esempio pratico di Var. La scena: in campo Orsato fischia un rigore per la Germania, fuori i video-assistenti Rocchi e Valeri, davanti allo schermo, in un furgoncino parcheggiato sotto l’ingresso della tribuna vip, appurano che il rigore è corretto ma c’è un fuorigioco di 50 centimetri all’inizio dell’azione. La revisione dura 14 secondi. E Orsato si corregge appena riceve la comunicazione via auricolare. «Un’ottima procedura, un bell’esempio», così il responsabile del progetto italiano Var, l’ex arbitro internazionale Roberto Rosetti, poco prima di lasciare il Bentegodi. (m.s.)