Ancora profughi a Bagnoli, Minniti si scusa
Nella base altri 15 migranti. Ed esplode la rabbia del sindaco: «Una beffa». Il ministro: «Scelta infelice della prefettura». Che replica: «Un fraintendimento». In serata bloccati tutti i nuovi arrivi in Veneto
Nemmeno il tempo di godersi la promessa ascoltata 24 ore prima a Padova dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, di ridurre le presenze nei due hub di Bagnoli e Cona per approdare alla loro chiusura, e sul sindaco del Comune padovano è piovuta l’ennesima doccia fredda. Ieri mattina sono arrivati da Catania altri 80 rifugiati, smistati a Marghera: i 15 destinati a Padova sono stati assegnati proprio all’ex base militare di San Siro di Bagnoli, che già ne ospita 800 (Belluno ne ha ricevuti 3, Rovigo 4, Treviso e Venezia 14 ciascuna, Verona e Vicenza 15 a testa). Inevitabile la sfuriata del primo cittadino Roberto Milan: «È una beffa, ci mandano ancora migranti poche ore dopo che Minniti, nell’incontro privato avuto a Padova con il sottoscritto e i colleghi di Agna, Gianluca Piva, e Cona, Alberto Panfilio, ci aveva rassicurati.
Aveva annunciato che i due hub sarebbero stati ridotti in vista di un futuro smantellamento e invece ancora una volta siamo alle promesse non mantenute. Io non mi ero fatto illusioni, però dopo quello che è successo in paese (un nigeriano ospite del centro d’accoglienza è stato arrestato per il tentato stupro di due residenti, ndr) e con i nuovi arrivi la tensione è palpabile. Ormai c’è una mancanza di fiducia totale nelle istituzioni, questo è il modo peggiore di gestire l’emergenza migranti».
Alle cinque del pomeriggio il doppio colpo di scena. Prima un altro proclama del sindaco: «Il ministro Minniti mi ha telefonato poco fa, scusandosi per l’arrivo di 15 richiedenti asilo. Mi ha detto testualmente che la scelta infelice è stata fatta dalla prefettura di Padova e mi ha ribadito: quando io dico punto significa punto. E mi ha garantito che migranti da noi non ne arriveranno più». Poi il comunicato della prefettura: «In ordine alle notizie relative all’arrivo di ulteriori 15 profughi al Centro di accoglienza straordinario di Bagnoli, la prefettura precisa che i soggetti in questione, già in viaggio dai porti di sbarco della Sicilia e destinati ad occupare spazi resi disponibili presso altre strutture, sono stati temporaneamente appoggiati lì. In serata si procederà al trasferimento di 15 migranti presso altra destinazione».
Dopo altri 20 minuti la precisazione del prefetto Renato Franceschelli: «Alla base di tutto c’è un fraintendimento, i 15 migranti erano partiti da due giorni dalla Sicilia ed erano in viaggio. Sono stati portati a Bagnoli perché è il posto in cui li accogliamo. Ma già stasera (ieri sera, ndr) saranno spostati verso una destinazione di accoglienza diffusa sul territorio. A Bagnoli funziona così: i richiedenti asilo entrano appena arrivati, si sottopongono agli screening sanitari e poi, man mano che si liberano i posti dell’accoglienza diffusa, vengono spostati. Purtroppo il sindaco — punge il prefetto — li vede entrare, ma si dimentica di dire quando escono».
A dire il vero nelle stesse ore sono arrivati 14 richiedenti asilo anche a Cona, ma lì sono rimasti. «E a me non ha detto niente nessuno — allarga le braccia il sindaco Panfilio —. Nè ho ricevuto chiamate dal ministro, forse perchè io non appartengo al suo stesso partito, il Pd, ma sono un indipendente. Dopo i baci, gli schiaffi». Quello giunto ieri sarebbe solo il primo dei tre nuovi gruppi di profughi assegnati al Veneto, quindi tutto ciò è destinato a ripetersi a breve. Nelle prossime ore giungeranno ulteriori 120 rifugiati da Siracusa (5 destinati a Belluno, 6 a Rovigo, 21 ciascuna a Venezia e a Vicenza, 22 a Verona e altrettanti a Treviso, 23 a Padova) e ancora 100 da Ragusa (4 andranno a Belluno, 5 a Rovigo, 17 a Venezia, 18 a Vicenza e a Treviso, 19 a Padova e a Verona). Ieri sera, però, l’ennesimo colpo di scena con la comunicazione alle prefetture della temporanea sospensione dell’invio degli altri due gruppi. E i disagi non sono solo questi. Secondo l’ultimo aggiornamento del Viminale, ora in Veneto ci sono 13.345 profughi.
Roberto Milan
Mi ha chiamato il ministro dell’Interno, scusandosi per la scelta infelice della prefettura. Mi ha garantito che rifugiati da noi non ne giungeranno più