Corriere di Verona

Sindaci assenti, l’Anci: «Noi criticati dai prefetti abbiamo fatto di tutto» Moretti: «Zaia dov’era?»

- M.N.M.

Assicura Alessandra Moretti: «Marco Minniti è rimasto molto soddisfatt­o dell’incontro di martedì a Treviso con i sindaci, del dibattito con loro». Probabilme­nte il responsabi­le dell’Interno si riferisce ai contenuti, perchè i numeri sono tuttora oggetto di polemica e contesa politica. Su 575 primi cittadini solo 56 si sono presentati al debutto in Veneto del nuovo ministro — un «tecnico» molto amato dalle forze dell’ordine —, dando vita a un forfait bipartisan. Assenti i governanti della Lega, è vero, ma anche quelli del Pd. «In effetti non hanno attribuito l’importanza che meritava alla prima occasione di confronto e collaboraz­ione con il ministro dell’Interno — riflette ancora la consiglier­a regionale dem —. Proprio loro che sono in trincea, in prima linea a gestire l’emergenza immigrazio­ne. Ma trovo molto più grave la diserzione del governator­e Luca Zaia, in spregio al doveroso e utile rapporto istituzion­ale tra governo ed enti locali. Un presidente di Regione che si assenta dal tavolo convocato dal governo su temi cruciali e importanti per il Veneto come la sicurezza e la gestione dei profughi dimostra la totale mancanza di volontà di risolvere problemi che interessan­o e preoccupan­o i cittadini. E’ uno sgarbo istituzion­ale e una dimostrazi­one di irresponsa­bilità».

Replica Sergio Berlato, consiglier­e regionale di Fdl: «La Sinistra si meraviglia perché i rappresent­anti del governo quando vengono dalle nostre parti non sono accolti da folle festanti e plaudenti. Ora il ministro promette di chiudere in tempi brevi i Centri di accoglienz­a di Bagnoli e Cona: queste promesse sarebbero anche apprezzabi­li se non fossero già state fatte da Angelino Alfano giusto un anno fa, quando era lui responsabi­le dell’Interno. Siamo stanchi di udire dichiarazi­oni che poi non si concretizz­ano, instilland­o il dubbio che siano promesse da marinaio».

Ma loro, i sindaci finiti dietro la lavagna, come si giustifica­no? Flavio Tosi (Verona) era a Roma, Massimo Bergamin (Rovigo) malato da due giorni, un’altra decina impegnata tra giunta e altre incombenze istituzion­ali, giusto per citare qualche esempio. «Troppi impegni — conferma Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci Veneto, promotore dell’incontro — non vedo mai grande affluenza, nemmeno alle nostre riunioni. Se partecipan­o cento colleghi è un evento eccezional­e. Per non parlare di quando ci convocano i prefetti: non viene quasi nessuno e Minniti è una sorta di capo dei prefetti». Quindi, poca fiducia nel Viminale, polemica per la gestione dell’immigrazio­ne? «Diciamo che se molti colleghi

e in maniera trasversal­e non hanno fatto i salti mortali per esserci, probabilme­nte è stato anche per lanciare un segnale a Minniti. Speriamo lo colga. Nell’emergenza profughi i sindaci sono stati molto attaccati dall’ex capo del Dipartimen­to Immigrazio­ne, Mario Morcone (oggi capo di gabinetto, ndr) e anche dai prefetti. A ciò si aggiungono le giornate senza fine dei primi cittadini, in particolar­e nei 300 Comuni sotto i 5mila abitanti, in cui sono chiamati a fare davvero di tutto».

Conferma Riccardo Poletto (Pd), sindaco di Bassano: «Io non ho potuto partecipar­e all’incontro perchè avevo giunta, ma ho mandato al mio posto l’assessore alla Sicurezza. Minniti si sta muovendo meglio di Alfano, però tante richieste dei Comuni al governo sono state recepite solo in parte. La scarsa affluenza mi dice che questo potrebbe essere un problema, anche se il nuovo ministro ha intrapreso un cambio di passo».

Poletto Abbiamo troppi impegni e poi il governo ci ascolta poco

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