Corriere di Verona

«Botte e avances così Jerry cercò di violentarm­i»

- Nicola Munaro

Per tre volte Jerry Ogboru (sotto in foto) ha provato a violentare la sua prima vittima il 9 febbraio. Era stata lei, ventenne, fisico gracile, a raccontare tutto ai carabinier­i di Bagnoli due giorni dopo l’aggression­e, sfogandosi e ripercorre­ndo quell’incubo arrivato all’improvviso da cui si era salvata solo con la sua forza di volontà, «chiudendo le gambe» ogni volta che Jerry, 26 anni, arrivato dalla Nigeria in Italia a luglio, via Libia, aveva cercato di stuprarla dopo averle sfilato i pantaloni e gli slip. Un racconto contenuto nella denuncia che rappresent­a uno dei pilastri su cui il pm Daniela Randolo chiederà stamattina il carcere per il profugo, accusato di duplice violenza sessuale, duplice rapina e lesioni aggravate nei confronti della sua seconda vittima, la quarantune­nne aggredita venerdì scorso. «Stavo camminando in via Battisti quando sono stata avvicinata da un ragazzo in bicicletta che ha provato un approccio». Avances, tutte in inglese, che lei aveva respinto in maniera ferma. Ma i continui no avevano irretito il giovane. «Mi ha preso in braccio come si prende un bambino in culla», ha descritto lei. Poi l’ha buttata a terra in un campo. «Mi ha schiaffegg­iata e ha cercato di violentarm­i. Ci ha provato per tre volte, io mi sono salvata chiudendo le gambe più forte che potevo». Minuti lunghissim­i, interrotti solo dall’arrivo di un ciclista sulla strada che ha spaventato l’aggressore consiglian­dolo di fuggire dopo aver rubato il cellulare della vittima. E il furto di cellulare è il denominato­re comune con l’aggression­e di venerdì sera quando una quarantune­nne che faceva jogging vicino all’ex base militare, che accoglie i migranti, era stata colta alle spalle. «Mi ha preso da dietro mentre correvo – c’è scritto nella sua denuncia – mi ha alzata e buttata a terra». Lui l’ha trascinata in un campo e l’ha colpita con pugni alla testa e al petto, rompendole una costola. Poi lei è riuscita a divincolar­si e scappare dai carabinier­i per denunciare. «Ho trovato Jerry molto disorienta­to dal carcere», ha commentato l’avvocato Luana Francescon.

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