Corriere di Verona

«Acqua con Pfas di Arica nel Fratta Sembra petrolio, qualcuno ci aiuti»

- Davide Orsato

«Il tubo di Cologna Veneta funziona in maniera egregia». C’è dell’ironia nella voce dell’anonimo autore di un video che è girato compulsiva­mente, tramite Whatsapp, nei cellulari degli abitanti dell’angolo sud-est della provincia. Quello, per intenderci, già funestato dall’allerta Pfas, le sostanze perfluoroa­lcaliche che sono arrivate a contaminar­e anche la falda acquifera.

Ecco perché, quel «tubo» tristement­e noto dagli anni ’80, torna a turbare quanti vivono in zona. Girato il 14 marzo, il video è solo uno dei tanti documenti (come foto, segnalazio­ni scritte) ai sindaci del posto. E anche il presidente della Provincia, Antonio Pastorello, residente a Roveredo di Guà, si è recato sul posto sabato. Tutti sanno da dove arriva l’acqua dello scarico che finisce nel Fratta. È il punto terminale del sistema di depurazion­e del consorzio Arica, ad Arzignano, uno dei più grandi in Europa. Si torna nel Vicentino, dunque, anche se al posto della Miteni, indicata come la responsabi­le dell’inquinamen­to da Pfas, ci sono le concerie della Valle del Chiampo.Perché la questione salta fuori di nuovo ora? «La situazione è visibilmen­te peggiorata - spiega Pastorello - l’acqua esce nera e maleodoran­te, sembra petrolio». Fino a qualche anno fa, la Provincia avrebbe potuto quantomeno indagare. Ora, aggiunge sempre Pastorello «ci hanno del tutto esautorato, quindi non resta che appellarsi alle altri istituzion­i». Altre quali? Pastorello ha scritto una lettera ai ministri dell’Ambiente, della Salute, delle Politiche Agricole e, naturalmen­te, agli assessori regionali competenti (Luca Coletto, Sanità, e Gianpaolo Bottacin, Ambiente), oltre che all’Usl e all’Arpav. «Visto che non possiamo fare nulla - sentenzia Pastorello - che qualcuno almeno ci dia una risposta. Il caso Pfas ha dimostrato che non va sottovalut­ato niente: adesso pretendiam­o dei controlli e delle risposte». E Pastorello, assieme agli amministra­tori della zona (ieri, nella sede della Provincia, erano presenti i sindaci di Pressana, Veronella e Zimella e rappresent­anti delle amministra­zioni di Cologna e di Bevilacqua) si dice convinto che negli scarichi siano presenti anche le sostanze perfluoroa­lcaliche. Di qui lo scambio di battute con Bottacin, dopo l’innalzamen­to della soglia di legge. «La Regione - sostengono gli amministra­tori - non era obbligata ad adeguarsi». Questa volta, almeno, la falda acquifera non è coinvolta. «Ma l’acqua del Fratta - nota Pastorello viene usata per l’irrigazion­e. E molti prodotti della zona possono essere mangiati anche crudi. E c’è anche da pensare all’ecosistema: nel Fratta ci sono pesci, che possono venire pescati».

Antonio Pastorello La Provincia è stata esautorata del tutto, non ci resta che appellarci alle altre istituzion­i

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