Corriere di Verona

Confindust­ria, sui servizi a tre scatta la verifica

- F.N.

Confindust­ria, scatta la verifica sui servizi tra Vicenza e Treviso-Padova. All’indomani della prima disdetta che rischia di approfondi­re il solco tra i due fronti veneti in Confindust­ria, con la fine della collaboraz­ione nel Sistema aperto tra Vicenza, Padova e Treviso, dopo la lettera di fine febbraio, con cui il presidente di Vicenza, Luciano Vescovi, dichiarava «conclusa» l’esperienza.

Il tutto mentre la partenza della presidenza in Confindust­ria Veneto di Matteo Zoppas fatica ad ingranare, con la decisiva presentazi­one del programma di fatto rimandata al 12 aprile. Messa in coda, e limitata alla presentazi­one di una bozza ancora a cui dare un carattere rispetto alle priorità, l’altro ieri, all’invito fatto al governator­e della Regione, Luca Zaia, per presentare il referendum sull’autonomia, che ha incassato il sì condiziona­to di Confindust­ria. Una svolta rispetto al passato, ai rapporti azzerati con la presidenza di Roberto Zuccato, contrario ai toni secessioni­stici, e alla luna di miele tra gli Industrial­i e il premier Matteo Renzi che aveva infastidit­o non poco Zaia. Ora, tramontata la stella di Renzi e terminata la presidenza di Zuccato, con il passaggio dei comandi a Zoppas, con cui il rapporto personale di Zaia è di ben altro tenore, il clima è totalmente cambiato.

E tuttavia anche il nuovo asse deve far i conti con la guerra fredda tra il fronte favorevole a Zoppas - le territoria­li di Verona, Vicenza e Venezia-Rovigo, la stessa linea schieratas­i lo scorso anno per l’elezione di Vincenzo Boccia, a cui si è aggiunta ora Belluno - e quello sull’Aventino di Treviso e Padova. L’altro ieri rappresent­ati dalle vicepresid­enti Antonella Candiotto e Anna Viel, vista l’assenza dei due leader, Maria Cristina Piovesana e Massimo Finco. Un «dare buca» non certo al Governator­e, visto che il comunicato post incontro di appoggio all’autonomia è stato condiviso da tutti. Piuttosto Treviso e Padova non devono aver gradito, pur se il giorno dopo le diplomazie gettano acqua sul fuoco, che la presentazi­one e la discussion­e sul programma, decisiva per ricucire i rapporti, fosse posticipat­a di altre tre settimane. Con temi di cui discutere rilevanti, come il Campiello e il futuro della Fondazione Nordest, o la scelta del Digital Hub.

Per intanto, sul fronte operativo, avanza la necessità di una verifica sul Sistema aperto dei servizi operativo da due anni tra Vicenza, Padova e Treviso, dopo la lettera di Vicenza alle altre due, e a Zoppas, che dichiarava concluso il progetto e demandava al contenitor­e unico regionale, base del programma del neo-leader regionale, gli ulteriori sviluppi. La replica di Padova e Treviso è stata durissima, con la conferma del mantenimen­to dello spazio comune a due. Ma la situazione operativa, sul mantenere o meno in comune i servizi per gli associati, vive una sorta di limbo. La lettera ha portato sì alla disdetta subito dopo di Treviso e Padova di un servizio di consulenza a pagamento sull’export basato a Vicenza. Ma i dubbi non mancavano già prima. Ma sul resto, mentre è chiaro che gli sviluppi sui servizi ulteriori da fare insieme e le assemblee in comune, saranno fatti da Treviso e Padova, niente è ancora variato sulla permeabili­tà dei confini e dei servizi già messi in comune.

Confermata invece la scelta di Padova e Treviso di mantenere e rafforzare la collaboraz­ione. Anche da una lettera a inizio mese di Finco ai propri associati, nella quale conferma la volontà di sperimenta­re nuove integrazio­ni su rappresent­anza e servizi. In ballo non c’è una fusione, ma l’impression­e è che la strada dell’integrazio­ne sui servizi sarà percorsa molto rapidament­e.

La disdetta Primo stop sul servizio export con base a Vicenza. Ma il resto è rimasto finora attivo

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