Pazza d’amore perseguita la sua collega
Stalking al femminile nella Bassa: ieri l’indagata, che è moglie e madre, ha taciuto col gip
Stalking lesbo nella Bassa: una storia che, dal luogo di lavoro, è finito dritta in tribunale. Infatti la procura ha aperto un’inchiesta per atti persecutori iscrivendo la presunta molestatrice sul registro degli indagati e ieri mattina la donna, che ha deciso con la sua legale di fare scena muta e non rispondere al giudice per le indagini preliminari Laura Donati, si è vista convalidare dal magistrato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima.
Stalking lesbo nella Bassa: una storia che, dal luogo di lavoro, è finito dritta in tribunale. Infatti la procura ha aperto un’inchiesta per atti persecutori iscrivendo la presunta molestatrice sul registro degli indagati e ieri mattina la donna, che ha deciso con la sua legale di fare scena muta e non rispondere al giudice per le indagini preliminari Laura Donati, si è vista convalidare dal magistrato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima da cui è stata denunciata.
Amore e passione al femminile, dunque. Nulla di male o di inedito, al giorno d’oggi. Peccato però che, in questa storia tutta veronese che ha per protagoniste due donne nonché colleghe di lavoro, mancasse la condivisione. A provare quella «irrefrenabile attrazione», infatti, era soltanto una: l’altra invece non ricambiava affatto e per lei si trattava al contrario di semplice amicizia, nulla di più. Le due lavoravano come operatrici sanitarie all’interno di una struttura assistenziale privata, sono mogli nonché madri di famiglia, risultano entrambe vicine alla mezz’età. Ma una delle due ha talmente colpito la collega da averla fatta «impazzire d’amore» per lei. Messaggi, telefonate, bigliettini, addirittura pedinamenti. E poi frasi d’amore ma anche di passione, inviti ripetuti al sfinimento.
Senza contare le canzoni d’amore: un’escalation di tentativi d’approccio che tuttavia andavano ogni volta a vuoto. Eppure la collega «pazza d’amore» non voleva saperne di arrendersi di fronte ai continui rifiuti da parte della vittima e continuava a perseguitarla.
Nonostante una prima querela poi ritirata, aveva proseguito con le sue incessanti molestie: di qui, adesso, la nuova denuncia a suo carico, l’inchiesta aperta dal pm Valeria Ardito, l’interrogatorio di ieri col gip Donati, la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima. Se dovesse infrangere quest’ultimo provvedimento,incapperà addirittura nel carcere, come già accaduto nel 2012 a Lazise a una casalinga di 47 anni veronese finita dietro le sbarre con l’ipotesi di reato di stalking ai danni di una coetanea bresciana. Entrambe le donne sposate e con figli, sarebbero state legate da relazione clandestina di cui soltanto le due sarebbero state a conoscenza. Un rapporto interrotto dalla bresciana, ma la veronese non aveva accettato la decisione ed era ricorsa a ogni mezzo per riconquistare la sua ex dolce metà. Telefonate, inseguimenti, appostamenti sotto la sua abitazione ad Adro, messaggi in continuazione. Fino alla cella.