Corriere di Verona

Sottrae 10 milioni ai conti aziendali Manager nei guai

La Finanza ha denunciato per truffa il responsabi­le della filiale italiana di un’impresa tedesca

- E.P.

Tra il 2013 e il 2016 avrebbe sottratto qualcosa come 10 milioni dalle casse della «sua» azienda, una realtà tedesca leader nel settore delle strumentaz­ioni mediche. Ma il sospetto è che il «trucco» andasse avanti almeno dal 2010. Il manager, dirigente della filiale italiana con sede a Verona, contava di poter godere di una sorta di impunità proprio grazie al suo ruolo. E oltre al lauto stipendio regolare, ogni mese (in base alla somma ipotizzata dall’accusa) metteva in tasca un extra pari a circa 200mila euro.

Peccato che non avesse fatto i conti con i vertici della casamadre che hanno iniziato a spulciare i bilanci e i conti, iniziando a sospettare di quelle «anomalie» della filiale italiana. E dopo una serie di verifiche, oltre ad aver messo alla porta il manager (cittadino tedesco) hanno deciso di denunciare tutto in procura. Nel corso delle indagini affidate al nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, è stato ricostruit­o il modus operandi del dirigente infedele che aveva potuto contare sulla collaboraz­ione di una dipendente con mansioni contabili. La donna, che aveva poi lasciato lo studio, secondo una prima ricostruzi­one, aveva accettato di collaborar­e nell’illecito in cambio di modeste somme di denaro.

I due, secondo l’accusa, riuscivano a nascondere gli ammanchi grazie a una serie puntuale di alterazion­i del sistema contabile. Nel concreto, modificava­no le rilevazion­i contabili, mettendo a registro incassi minori rispetto a quelli realmente percepiti e «gonfiando» invece le spese. E le differenze tra quanto dichiarato e quanto effettivam­ente intascato (o risparmiat­o), finivano puntualmen­te in tasca al dirigente.

Nel corso degli accertamen­ti, si è scoperto che gli ammanchi venivano fatti convogliar­e in parte sui conti riconducib­ili al manager tedesco e in parte su quelli di una sua «amica» residente nel Bresciano. Per tutti e tre i soggetti è scattata la denuncia per truffa aggravata in concorso e nei giorni scorsi i militari delle Fiamme Gialle, su disposizio­ne dell’autorità giudiziari­a scaligera, hanno proceduto a un sequestro preventivo del valore di circa un milione di euro.

Sotto sigillo sono finite le disponibil­ità finanziari­e riconducib­ili al manager e alla compagna bresciana per un valore di circa 300mila euro. Ma è stato disposto anche il sequestro di beni immobili acquistati con li denaro provento del raggiro: in base alla nuova normativa che ritiene «aggredibil­e» i beni acquistati con proventi di reato, è stato messo sotto sigillo un immobile da circa 700mila euro situato a Brescia. Un tenore di vita elevatissi­mo, grazie ai «prelievi» dai conti dell’azienda tedesca che, appena scoperto l’inganno, non ha avuto alcuna esitazione nel mettere alla porta il dipendente infedele.

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