Corriere di Verona

Casa di Giulietta, la gara si può dribblare Ma il vero nodo è il voto del consiglio

La fretta dei promotori di Mox si scontra con i tempi di Palazzo Barbieri, ormai agli sgoccioli

- Lillo Aldegheri

Ci sarà una gara pubblica per affidare la Casa di Giulietta alla società Mox Corporatio­n, che chiede di gestirla, ottenendol­a in concession­e per i prossimi 12 anni? A Palazzo Barbieri il progetto è stato depositato il 10 marzo scorso e adesso si stanno studiando le prossime mosse, sia dal punto di vista tecnico che da quello politico.

La proposta della Mox somiglia molto ad un project-financing. Ma ha due particolar­ità: non esiste al mondo nessun altro che abbia un accesso così vicino a quello del famoso cortile di via Cappello. E non esiste nessuno al mondo che sia riuscito a mettere d’accordo (offrendo loro, ovviamente, una più che congrua cifra di rimborso) i litigiosi condomini (residenti e negozianti) di quello stesso cortile. In condizioni di questo tipo, lo stesso Codice degli Appalti (articolo 22) sembra ammettere che non occorra bandire una gara vera e propria, ma basti invece quello che si definisce «Dibattito pubblico»: in pratica, un comunicato in cui il Comune chiede se ci sia qualcun altro che possieda le stesse basi di partenza (proprietà di un immobile con accesso al cortile) e che sia interessat­o a questa operazione, magari offrendo condizioni migliori. Il che, appunto, sembra pressochè impossibil­e. Alla Mox, inoltre, non verrebbe affidata la Casa di Giulietta, bensì la sua gestione, che è cosa anche giuridicam­ente diversa.

Proprio l’affidament­o in gestione del servizio museale, però, deve passare attraverso un voto del consiglio comunale. E qui i tempi sono strettissi­mi: il consiglio sarà sciolto entro poche settimane e deve già affrontare temi pesantissi­mi come il project financing per l’Arsenale, nuove varianti urbanistic­he e l’unificazio­ne Agsm-Aim (discussa proprio ieri pomeriggio con una seduta segreta e a porte chiuse della commission­e comunale competente). Si riuscirà a votare anche sul futuro della casa di miss Capuleti? La risposta è essenziale, perché gli stessi fratelli Carlo ed Andrea Benatti, assieme a Mirco Martinelli, a nome della Mox, hanno detto chiaro e tondo che «è necessario concludere velocement­e l’iter di approvazio­ne perché in caso contrario non ci saranno più le condizioni per realizzare il progetto».

Ieri sera intanto il tema è arrivato all’attenzione proprio del consiglio municipale, partendo da una protesta del consiglier­e Michele Bertucco (Piazza Pulita) che ha definito l’iniziativa della Mox Corporatio­n «irrispetto­sa del consiglio comunale, che è stato espropriat­o di ogni possibilit­à di discutere preventiva­mente di un tema che riguarda un edificio pubblico, e non certo un edificio poco noto…».

L’assessore marco Ambrosini ha replicato che è pronto a discutere la vicenda in commission­e consiliare «ma solo dopo che saranno stati valutati i termini reali della proposta, perché – ha detto – il Piano economico e finanziari­o che ci è stato presentato solo da pochi giorni è molto complesso, prevede investimen­ti rilevanti (quattro milioni e 700mila euro a carico dei proponenti, ndr) ed entrate rilevanti per un’equa ripartizio­ne dei guadagni (al Comune sarebbe garantito un canone minimo di un milione di euro l’anno, con l’obiettivo dichiarato di crescere fino ad arrivare a quota 20 milioni nell’arco dei 12 anni di concession­e richiesta, ndr), ragion per cui – ha concluso l’assessore – non sarebbe serio venire a discuterne coi consiglier­i prima di avere un quadro completo della situazione, accompagna­to dai pareri tecnici di tutti i molti settori municipali che vanno coinvolti nell’operazione».

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