Corriere di Verona

Imprendito­ri e studenti in viaggio per Londra «Non siamo disposti a cambiare le nostre vite»

- D. O.

Due aerei sono tornati, al completo e poi sono partiti altrettant­o carichi. Niente abbracci consolator­i al terminal degli arrivi, né preoccupaz­ioni ai gate tra quanti stavano per partire. Del resto, le persone che vanno e vengono da Londra sono così: per lo più giovani lavoratori che, nel Regno Unito, hanno trovato una «nuova vita», oltre che un impiego a lungo cercato. Imprendito­ri e rappresent­anti d’azienda abituati ad attraversa­re la manica. Anche i viaggiator­i dell’aeroporto Catullo, ieri non facevano eccezione. Per loro, mercoledì pomeriggio, nulla è accaduto, o quasi. Eppure, qualcuno c’era, a quell’ora, poco distante dal ponte di Westminste­r. È Francesca, rientrata ieri con il fratello Massimo, studentess­a universita­ria. «Ho visto solo un po’ di confusione, è stato tutto rapidissim­o… ero a qualche centinaio di metri dal luogo dell’attentato. Se ho avuto paura? Pochissima: la polizia inglese è stata efficienti­ssima». Più tranchant il fratello: «Sono stati bravissimi, e sono contento che l’abbiano fatto fuori: meno gente come lui è in giro, meglio è». C’è Franco, agente di commercio, tornato da Londra dopo un paio di giorni tutti all’insegna del lavoro. «Non ero in zona - racconta - ma a pochi chilometri di distanza. Quando ho appreso che c’era stato un attentato mi sono meraviglia­to. Mi sarei aspettato il blocco totale, ma non era così: hanno chiuso solo una stazione della metro».Nessuna apprension­e tra chi sta per partire. Ad attendere il volo delle 13,10 c’è Roberta, che lavora nella capitale britannica da tre anni. «Da quel che ho sentito non credo non mi risulta nemmeno che si sia trattato di un attentato terroristi­co (ieri però è arrivato la conferma del movente da parte di Scotland Yard riguardo alla pista islamista, ndr) in Italia si esagera sempre tutto. Anche se fosse, la mia vita proseguirà come al solito».Che la situazione, ieri, allo scalo veronese fosse tranquilla lo conferma anche il presidente dell’aeroporto, Paolo Arena. «La gente ha fiducia nelle misure di sicurezza e ormai non si preoccupa più - fa sapere - anche dopo gli episodi terroristi­ci più recenti non abbiamo notato flessione nelle prenotazio­ni dei voli».Tra i veronesi a Londra c’è anche chi tira un sospiro di sollievo. Come il medico legnaghese Giovanni Dalla Valle, che aveva appuntamen­to con un fisioterap­ista a pochi metri dall’attentato. «Poi c’è stato un imprevisto - racconta su Facebook - sono dovuto rimanere a casa per una consegna urgente di materiale. Considero la fattorina che mi ha avvisato all’ultimo una sorta di angelo custode».

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