Approvata la legge quadro sul sistema educativo «In Veneto nuove materie, si studierà cultura del lavoro»
Con 39 voti a favore e 6 astensioni (il Movimento Cinque Stelle più Piero Ruzzante di Mdp) il consiglio regionale ha approvato ieri la nuova legge sul «sistema educativo del Veneto», una legge attesa dal 1990, ispirata da Forma (l’associazione che raccoglie gli enti di formazione professionale), messa a punto nella scorsa legislatura dall’assessore all’Istruzione Elena Donazzan e presentata all’inizio di questo mandato dal governatore Luca Zaia. Che ringrazia l’opposizione per il voto favorevole: «È una riforma vera, di grandissimo significato perché riguarda prima di tutto i giovani e perché contiene molti aspetti ulteriormente migliorativi rispetto a un sistema già di ottimo livello. Anche in questo settore vitale per il futuro dei veneti, l’autonomia che vogliamo conquistarci avrà un ruolo di spinta straordinario, perché ancora una volta abbiamo dimostrato che sappiamo fare meglio da soli».
Anche Donazzan evidenzia il forte valore anticipatore della nuova legge rispetto ai temi che la Regione intende contrattare con lo Stato nell’ambito dell’articolo 116 della Costituzione: «Ci siamo mossi nella cornice delle norme esistenti e per questo mi sento tranquilla rispetto a possibili future impugnazioni da parte del governo. Abbiamo però fatto delle forzature, andandoci a prendere tutti quegli spazi decisionali che ci erano consentiti, anche nel settore dell’istruzione, e cioè i licei e gli istituti tecnici, che com’è noto sono di competenza esclusiva dello Stato o al più di competenza concorrente».
La legge approvata ieri è una «legge quadro», di principio e programmazione, e i suoi effetti pratici si conosceranno meglio man mano che la Regione approverà le delibere attuative. Donazzan ha però voluto anticipare alcuni degli ambiti più innovativi, «nell’ottica di un progressivo avvicinamento al modello di Trento e Bolzano» che si vorrebbe far culminare, un domani, nei concorsi regionalizzati. Così ad esempio per quanto riguarda le «materie trasversali dal forte valore educativo» come lo sport, le arti coreutiche, la musica «e anche la cultura del lavoro, una specificità della nostra terra» ha spiegato l’assessore. Quindi la programmazione dell’offerta formativa, con la possibilità di stabilire dove aprire nuovi licei o nuovi istituti tecnici «in base al contesto di riferimento», o il monitoraggio e la valutazione dei risultati e degli obiettivi formativi («Che non è valutazione dei singoli docenti, ma della scuola nel suo complesso» ha subito precisato Donazzan) per cui verrà creato un comitato tecnico-scientifico. Altri punti chiave della riforma, il sostegno al tempo pieno, «che facilita la socializzazione» e diventerà il modello organizzativo di riferimento della Regione, e un investimento a favore della libera scelta, il che significa buoni scuola e contributi per l’accesso agli istituti paritari. Secondo Donazzan, una volta approvate le delibere attuative, e completata la trattativa con lo Stato, sarà possibile intervenire anche sugli organici, i tetti nelle classi-pollaio, il calendario (oggi la Regione ha libertà di stabilire il giorno d’inizio anno scolastico, non quello della fine, condizionato dalle date dell’esame di Stato), «ma ogni decisione verrà concertata col mondo della scuola, a cominciare dai sindacati - ha concluso Donazzan con una punta polemica -. Abbiamo abitudini diverse da quelle del governo».
«Era un provvedimento che attendevamo da 10 anni - commenta il gruppo del Pd - questa legge finalmente riporta al centro dell’attenzione la persona. Non solo lo studente, ma tutti i professionisti del sistema educativo del Veneto, dando al tempo stesso pari dignità alla formazione professionale, che è un fiore all’occhiello della nostra regione, rispetto alle altre realtà scolastiche».
Donazzan Così anticipiamo l’autonomia Abbiamo fatto alcune forzature su licei e istituti tecnici Fracasso Era una legge attesa da dieci anni e dà pari dignità alla formazione professionale