Sorato: «Il Cavaliere mente sulle mie responsabilità Da parte sua solo illazioni»
Alla fine la questione verrà risolta da un giudice. Intanto, però, sulle cause del crollo dell’ex Popolare di Vicenza, il rimpallo delle responsabilità è continuo. L’ex presidente Gianni Zonin, come si è visto sopra, anche davanti ai magistrati ha ripetuto le sue convinzioni, dando tutta la colpa all’ex direttore generale Samuele Sorato (lo aveva già fatto formalmente lo scorso dicembre, citandolo al Tribunale delle imprese). E così ieri la palla è passata a Sorato, che ha puntato il dito contro l’ex presidente, affidandosi ad una nota del suo avvocato, Fabio Pinelli. L’ex direttore — si legge — «respinge con fermezza, perché totalmente inveritieri, sia l’addebito di aver tenuto una condotta silente nei confronti dell’Autorità giudiziaria, sia le illazioni su sue presunte responsabilità, asseritamente riferite dal cav. Zonin all’Autorità stessa in relazione ai fatti oggetto dell’indagine». Altro che silenzio, dunque. Sorato sostiene di aver ricostruito ai magistrati, tramite una corposa memoria difensiva depositata lo scorso 28 novembre, tutta la filiera dei poteri decisionali: dalle comunicazioni ufficiali alla redazione del bilancio, passando per la concessione di fidi per l’acquisto delle azioni della banca, chiamando in causa il Cda, altri dirigenti e funzioni della banca che non riportavano a lui. L’ex direttore, anch’egli indagato, ricorda poi che le «comunicazioni ufficiali della banca non dipendevano affatto, nel merito» dal direttore generale «bensì venivano deliberate dal Consiglio di Amministrazione, su proposta dei competenti uffici amministrativi, sotto la responsabilità del Dirigente Preposto di dati contabili e con l’ausilio, nei casi previsti, dell’Ufficio Legale, della Funzione di Compliance e degli altri Uffici di Controllo». «Tutti Uffici», ad esclusione di quello legale «non dipendenti dalla Direzione Generale», evidenzia Sorato, trattandosi di «funzioni riferibili direttamente al Consiglio di amministrazione, il quale possedeva tutti gli strumenti per compiere gli opportuni approfondimenti ritenuti necessari». Sorato alla fine ha fatto sapere di essere pronto anche a «ogni azione di tutela» nei confronti di Zonin. C’è da credere che sia solo all’inizio.