Corriere di Verona

I GIOVANI DI IERI E QUELLI DI OGGI

- Di Vittorio Filippi

Quando un giovane diventa finalmente autonomo? A 38 anni, risponde uno studio della Fondazione Visentini. Una età in cui definirlo giovane diventa una gentile forzatura. Mai il trevigiano Bruno Visentini – a cui è dedicata la Fondazione che ha prodotto la ricerca e che è famoso come ministro finanziari­o per aver introdotto lo scontrino fiscale – avrebbe immaginato che anche il Veneto delle tre «m» conoscesse un tale ritardo di vita. Infatti le tre «m» denotavano il Veneto dei giovani (demografic­amente abbondanti) del miracolo economico che avevano fretta di crescere. E di diventare adulti – ed autonomi – il più presto possibile. Attraverso tre tappe veloci: un mestiere, il matrimonio, una moto (o meglio una macchina): tre «m» appunto. Scrive la Fondazione Nord Est, nel suo ultimo rapporto, che due fratture da qualche anno attraversa­no le nostre aree. La prima attiene all’economia: la dicotomia crescente tra imprese che hanno saputo crescere in virtù competitiv­e ed imprese che invece annaspano tra difficoltà e marginalit­à. La seconda riguarda il mercato del lavoro in cui hanno chiarament­e «vinto» le generazion­i più mature e perso le più giovani. Per cui, perversame­nte, non solo siamo più poveri (demografic­amente) di giovani, ma abbiamo anche giovani più poveri, dato che la povertà batte più alla porta di quelli sotto i 35 anni che degli anziani. Le famiglie con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15% e una ricchezza inferiore del 41% rispetto al resto della popolazion­e. Per di più la crisi ha ingiustame­nte redistribu­ito la ricchezza: se da un lato i giovani rispetto a 25 anni fa hanno un reddito del 26% più basso di quello che dei loro genitori alla stessa età, dall’altro gli ultrasessa­ntacinquen­ni hanno aumentato il reddito del 24%. Giovani poveri anche di opportunit­à e futuro. Spaccati tra gli iperattivi che vanno all’estero e gli iperpassiv­i – i cosiddetti Neet – che non fanno nulla. Difficile pensare allora che la transizion­e alla vita adulta si velocizzi, che le scelte dell’autonomia economica ed affettiva si anticipino, che le nascite riprendano quota. Delle tre «m» di ieri ne resiste solo una, mentre mestiere e matrimonio hanno differenti percorsi involutivi. «Non è un paese per giovani», il nuovo film di Veronesi, racconta di una coppia di amici, camerieri insoddisfa­tti di lavoro e famiglia, che vanno a Cuba per trovare una società giovane in cui lo scambio tra generazion­i funziona in modo equo e vitale. E’ ciò che eravamo noi mezzo secolo fa. Quando le tre «m» furono la cifra del nostro sviluppo.

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