Salvini alla Lega: avanti su Sboarina Malumori in FI
Il leader padano: «Questione di ore» Giorgetti non molla: «Territorio scavalcato»
«Cosa ne penso di Federico Sboarina? Lo devo ancora conoscere», si schermisce Matteo Salvini, calato ieri in città la missione di far trangugiare al suo partito l’amaro calice di una decisione maturata a Roma. Anche Silvio Berlusconi vuole incontrare il candidato «di sintesi». Ma, a Verona, emerge una spaccatura in Forza Italia tra i due coordinatori provinciali: Bendinelli, che ha dato l’ok all’operazione e Giorgetti che non molla.
«Cosa ne penso di Federico Sboarina? Lo devo ancora conoscere», si schermisce Matteo Salvini. In realtà, il segretario federale della Lega Nord ha già incontrato almeno una volta il candidato sindaco in pectore del centrodestra, fondatore dell’associazione Battiti. Glielo presentò quest’estate il suo fidato luogotenente nonché europarlamentare Lorenzo Fontana, grande regista dell’operazione maturata in questi giorni e una foto di lui con Sboarina e il senatore leghista Paolo Tosato lo testimonia. «Ma io incontro tante persone, non mi posso ricordare di tutti», sorride il leader leghista.
La missione di Salvini
Salvini è calato ieri in città con una missione evidente: far trangugiare al suo partito l’amaro calice di una decisione maturata a Roma e destinata a lasciare una profonda amarezza nella base leghista, galvanizzata dalla candidatura a sindaco di Tosato che, adesso, dovrà invece fare un passo indietro. «La Lega gode di un ottimo stato di salute - ha dichiarato Salvini ai giornalisti in piazza Bra - per preparare la vittoria abbiamo tanta gente a disposizione. Stiamo lavorando per avere la squadra più ampia possibile, non pretendiamo di dettar legge». Insiste su un concetto: «Siamo il partito più grande del centrodestra, avremmo potuto imporre il nostro candidato sindaco ovunque. Ma non siamo egoisti. Io devo pensare non al bene del partito, ma a quello della città di Verona». Fa capire che i giochi sono ormai fatti: «Entro le prossime ore, al massimo pochi giorni, saranno annunciati il candidato sindaco e vicesindaco», che a questo punto sarà un leghista. Difficilmente sarà Tosato, che aveva dato la sua disponibilità per il ruolo di sindaco e non gradirebbe il demansionamento. Salvini dice di essere comunque «orgoglioso dei due Paolo», ovvero Tosato, che dopo tutte le rassicurazioni delle settimane scorse ci credeva davvero, e il segretario provinciale Paternoster, che si era speso personalmente più volte a favore del primo, smentendo passi indietro sulla sua candidatura.
Le spine di Forza Italia
Prima di mettere il suo timbro sulla candidatura, Salvini intende incontrare Sboarina. Lo stesso ha richiesto Silvio Berlusconi, dopo che il suo fedelissimo Niccolò Ghedini ha dato l’assenso sul nome di Sboarina come candidatura di sintesi della coalizione. Ma, a Verona, sta emergendo sempre più una spaccatura in Forza Italia tra i due coordinatori provinciali: Davide Bendinelli, che ha sostanzialmente dato il suo assenso all’operazione Sboarina, e Massimo Giorgetti che continua a combatterla. «Non so che film abbiano raccontato a Salvini - dice il consigliere regionale - il ticket tra Lega e Forza Italia c’era già, i due candidati erano già definiti in Alberto Giorgetti e in Paolo Tosato, rimaneva solo da decidere chi era il migliore di questi due per vincere. E tutto questo lo sapeva Paternoster e lo sapeva il segretario della Lega veneta Toni Da Re. E ne erano a conoscenza anche i nostri vertici nazionali, nella persona di Altero Matteoli». E allora cos’è successo? «Dissidi interni della Lega che hanno impedito di proseguire su quel tipo di trattativa, mentre i nostri vertici regionali, brandendo una sorta di orgoglio di Forza Italia, hanno bloccato l’accordo perché non volevano un candidato leghista». Il riferimento è al coordinatore regionale Adriano Paroli, che sosteneva la candidatura di Massimo Ferro. «Ma se il candidato sarà adesso Sboarina, si tratterà di una scelta di vertice, fatta contro il territorio che mai aveva ragionato di una candidatura terza». Giorgetti spiega che porrà il tema «ad ogni livello, regionale e nazionale», perché l’intesa raggiunta «rischia di distruggere Forza Italia». E se sarà confermata? A quel punto ogni scenario è aperto, non un ultimo un accordo con Tosi.
Replica a Cinque Stelle
Salvini ha parlato dell’importanza per il centrodestra di riconquistare Verona, una città dove «c’è Tosi che ha fallito, la sinistra nel caos, i 5 stelle con le idee confuse» e «noi vogliamo garantire cinque anni di buon governo». Alessandro Gennari, candidato sindaco grillino, rivendica di avere «un programma concreto e fattibile che parte dalle periferie, realtà dimenticata da questa amministrazione e pone seri obiettivi sul comparto sociale, amministrativo e turistico». Ma dal leader leghista, dice Gennari, «era lecito non attendersi altro che frasi fatte» che «sentenzia, dall’alto di leader (forse) di una coalizione che non riesce nemmeno a mettersi d’accordo sul nome e sul partito di provenienza del candidato sindaco».
Salvini Cosa penso di Sboarina? Lo devo ancora conoscere