Corriere di Verona

Sarmar contro il Comune «Aree in ostaggio, veniamo boicottati»

Lettera dell’Ati in cui c’è pure Leardini (l’accusatore di Giacino). La replica: inaccettab­ile

- Aldegheri

«O il sindaco è male informato, oppure è in malafede». La frase, davvero pesante, è contenuta in una lettera inviata a Palazzo Barbieri dalla Sarmar, l’impresa che sta lavorando al recupero della Passalacqu­a e della Santa Marta.

Una lettera dai toni più che bellicosi, inviata anche ai capigruppo delle opposizion­i e nella quale la Sarmar imputa al Comune una serie di inadempien­ze e di aver tenuto «in ostaggio» due parti dell’area non ancora cedute all’impresa. Di qui anche un’accusa davvero al cianuro, quella di «arrecare danni all’Associazio­ne d’Imprese o, forse, ostacolare gli interessi di un componente dell’Ati in particolar­e». E senza voler interpreta­re le intenzioni di alcuno, giova ricordare che all’interno dell’Associazio­ne d’Imprese c’è quel Alessandro Leardini che fu il grande accusatore di Vito Giacino nei processi a carico dell’allora vicesindac­o, e che da allora sostiene di essere continuame­nte «boicottato» nelle sue attività imprendito­riali, al punto da dover pensare di migrare all’estero.

Ad aumentare le tensioni, c’è anche la vicenda della villa di epoca romana ritrovata durante i lavori all’interno della zona. La soprintend­enza ha imposto un vincolo di tutela sull’intera area, vincolo che secondo il professor Giovanni Sala potrebbe mettere in discussion­e il progetto del grande parco urbano e di valorizzaz­ione delle mura, perno dell’intera riqualific­azione delle ex caserme. La Sarmar ribadisce la sua volontà di completare invece l’intero progetto ma, a questo punto, chiama in causa, con un gesto assolutame­nte inedito, non solo la giunta ma tutti i capigruppo, anche di opposizion­e, per aprire un confronto pubblico in materia. L’impresa ammette che si tratta di una richiesta «del tutto insolita e probabilme­nte la sola nella storia dei rapporti tra il Comune di Verona e il mondo imprendito­riale». Ma aggiunge che non è possibile fare diversamen­te a fronte «dell’inerzia da una parte e degli ostacoli frapposti dall’altra», visto che «è stato dato spazio a ripicche personali a scapito dell’interesse della collettivi­tà». Una vera dichiarazi­one di guerra, insomma.

Cui da Palazzo Barbieri si è replicato con toni altrettant­o duri. Proprio l’avvocato Sala ha infatti definito la missiva di Sarmar come «inaccettab­ile nei toni e non accoglibil­e nei contenuti». Dopo di che, se davvero l’impresa intende, come dice, realizzare l’intero progetto, Sala ha invitato la Sarmar a un incontro. Che si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri e di cui, ovviamente, non conosciamo l’esito.

Ma il direttore generale del Comune, avvocato Marco Mastroiann­i, ci ha spiegato che «se il problema è la cessione dei due tratti di terreno che abbiamo sopraccita­to, nessuna questione: ma prima – ha aggiunto Mastroiann­i – vogliamo avere garanzie sulla realizzazi­one del parco, che chiediamo da anni ma di cui finora non abbiamo neppure il progetto esecutivo, né tanto meno i tempi di realizzazi­one nè la fidejussio­ne richiesta».

Dal fronte delle opposizion­i, invece, Michele Bertucco tuona che «quella indirizzat­a al Comune è una lettera durissima che davvero non ha precedenti e che contesta uffici, giunta, direttore generale su tutta la linea: sulla mancata definizion­e del cronoprogr­amma, sull’impostazio­ne del ricorso contro i vincoli culturali apposti su alcune particelle dei lotti residenzia­li; sulle richieste di rinnovo della fidejussio­ne e sulla variante di ampliament­o della cubatura residenzia­le. Pertanto - conclude Bertucco - provvederò a chiedere una commission­e nella quale far confrontar­e i litiganti».

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 ??  ?? L’ultimo ritrovamen­to Una veduta della villa romana, riemersa nell’area dell’ex Passalacqu­a in cui non è ancora ultimata la riqualific­azione
L’ultimo ritrovamen­to Una veduta della villa romana, riemersa nell’area dell’ex Passalacqu­a in cui non è ancora ultimata la riqualific­azione

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