Corriere di Verona

Fusco blinda Pecchia «L’Hellas più solido che ad inizio anno»

Il ds Fusco blinda il tecnico: «Noi più solidi adesso che ad inizio campionato». Pazzini recupera

- Fontana

La scalata alla A è un programma in quattro punti. Lo enuncia Filippo Fusco. Il direttore sportivo dell’Hellas incassa le critiche che hanno toccato il Verona in questi mesi di calo e rimette in gioco la palla. Dunque: Fabio Pecchia non è in discussion­e, i gialloblù devono limare degli aspetti negativi ma ne hanno molti di positivi, l’Hellas non è mai stato l’ammazza-campionato e non è dipendente da Giampaolo Pazzini. Domani il calendario prevede la sfida con il Pisa al Bentegodi. Si comincia così, per una volata in undici partite che deciderà il destino del Verona: «Da sempre sostengo che la Serie B è una maratona in 42 tappe – inizia Fusco – e che ci sono degli alti e dei bassi che valgono per ogni squadra. Guardate bene i numeri, però: l’unica squadra che sia sempre rimasta ai vertici, dall’inizio del campionato fin qua, è l’Hellas. Ci sono tante cose buone in questo Verona. Aggiungo che siamo persino migliorati rispetto al periodo in cui eravamo davanti a tutti. Siamo più solidi in difesa, subiamo di meno. Certo, serve essere più efficaci in fase realizzati­va: non si può tirare in porta 27 volte e non segnare mai, com’è accaduto con l’Ascoli».

La linea di Fusco, tuttavia, contrasta con un 2017 che colloca il Verona a metà classifica, nella graduatori­a cadetta da gennaio in poi. Ma il ds allontana le ipotesi che conducono a ritenere in bilico la posizione dell’allenatore: «Non vado in contraddiz­ione con quanto affermato in precedenza: se il nostro è stato un certo tipo di campionato, va dato merito a Pecchia. L’ho scelto io, assieme al presidente Setti. Tra di noi c’è un rapporto di stima e il valore dell’uomo è evidente per chiunque. Questo non significa che non ci sia un confronto, che non si parli quotidiana­mente di quel che va fatto». Se Pecchia e il Verona sono finiti nel ciclone dei dibattiti, dei «se» e dei «ma» dovuti ai risultati affievolit­i, è per quello che Fusco considera un equivoco di fondo: «Non siamo l’ammazza-campionato, non lo siamo mai stati. C’è stato un avvio di stagione formidabil­e, ma questo non può diventare un demerito: è invece un merito essere riusciti a vincere tanto attraverso il gioco. E non abbiamo smarrito la nostra identità. L’idea è rimasta immutata, poi sono cambiati gli interpreti, ci possono essere state variazioni tattiche, ma è sempre avvenuto. Ricordate il 3-1 con cui abbiamo sconfitto la Spal a Ferrara? La squadra fu schierata col 4-23-1. Ed è solo un esempio».

Resta aperto un dilemma. Ovvero: Pazzini ha segnato il 39.5 percento delle reti dell’Hellas. Senza di lui il Verona è disorienta­to: «Se le togliete Antenucci e Floccari la Spal ha dei problemi. Lo stesso vale il Frosinone con Ciofani e Antenucci. Pazzini è il nostro campione, una figura fondamenta­le sul piano tecnico, perché la squadra è stata costruita attorno a lui, e dal punto di vista umano. Chiaro che la sua mancanza conti, ma non dipendiamo da lui. Se ci sarà con il Pisa? Sta meglio, ma ci sono altre 48 ore per capire in che condizioni sia». Il Pazzo va verso la panchina, con Ganz confermato dal 1’. Stamattina, alle 11, il Verona si allenerà all’antistadio. Si annuncia un bagno di folla: «Il calcio è condivisio­ne, è passione – fa Fusco –. Stiamo uniti: questa è la nostra forza».

La serie B è una maratona in 42 tappe, noi siamo sempre stati al vertice

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