«Ciao Paps», palloncini e moto per l’ultimo addio
(d.o.) Per funzionare, la Provincia di Verona ha bisogno di almeno di altri 12 milioni. Lo afferma un documento del Sose (Soluzioni per il Sistema Economico), l’agenzia di ricerca del ministero dell’Economia. La pubblicazione arriva in una settimana di «maretta» per le Province, quella contrassegnata dalle proteste dell’Upi. E a Verona, la prima, almeno in Veneto a ribellarsi, con gli esposti a opera del presidente Antonio Pastorello già al momento dell’insediamento, il nuovo documento viene preso con una certa ironia. «Il Sose è lo stesso che in passato ha sbagliato tutti i conti, facendo sì che le Province subiscano tagli abnormi - dice Pastorello - adesso dicono che la distanza tra quanto ci serve e le risorse che abbiamo a disposizione è di 12 milioni, una quota che deriva dai complessivi 651,5 che dovrebbero essere stanziati in più a livello nazionale. Però l’anno scorso ce ne sono stati prelevati 59».Nella settimana che ha visto una mobilitazione in tutta Italia delle amministrazioni provinciali, i consiglieri veronesi tornano a «fare quadrato». Ieri, ai Palazzi Scaligeri, per riaffermare le regioni dell’ente, c’erano, oltre a Pastorello e in rappresentanza, del consiglio, il vicepresidente Pino Caldana, Ilaria Cervato, Serena Cubico, Davide Di Michele e Matteo Pressi. Quest’ultimo ha denunciato il (per ora solo paventato) taglio al trasporto locale. «Abbiamo fatto il conto - avverte - che a Verona rischierebbero di saltare 1,2 milioni. Questo significa che occorrerebbe ridurre il trasporto pubblico di 600mila chilometri. Un taglio del genere rischia insomma di ripercuotersi direttamente sulle tasche del cittadino». Nel frattempo, la preoccupazione dell’amministrazione scaligera, resta la sicurezza. «La nostra priorità - afferma Pastorello - va a strade e a scuole: abbiamo quattro ponti sotto osservazione. Non abbiamo le risorse per pagare i dipendenti, molti se ne sono andati e non ne possiamo prendere altri, non possiamo chiudere un bilancio. Il nostro appello va al premier Paolo Gentiloni: non aspettiamo la tragedia per intervenire».