E Tosi torna all’attacco sul 25 aprile: «È un provocatore»
Il sindaco studia le contromosse all’accordo del centrodestra. L’altra sera incontro con i Giorgetti
(l.a.) Mentre Salvini tuonava contro di lui sul Liston («traditore, caregaro, sindaco fallimentare»), dalla parte opposta della Bra, Flavio Tosi meditava le contromosse politiche al ticket Sboarina-Lega, in vista delle elezioni comunali dell’11 giugno (ma forse anticipabili al 28 maggio).
La più importante delle contromisure è costituita sicuramente dal «recupero» del rapporto coi fratelli Massimo e Alberto Giorgetti, in funzione anti-Sboarina. Il sogno, si sa, sarebbe quello di avere, assieme ai fratelli, il simbolo di Forza Italia. Che però è a disposizione di Nicolò Ghedini, schierato con Battiti. Ma un incursione tosiana nel mondo ex berlusconiano viene data per quasi certa, anche se non se ne capiscono ancora modalità e contorni. La senatrice Patrizia Bisinella ha spiegato a Radio-Verona che il dialogo coi Giorgetti c’è (un incontro tra le parti ci sarebbe stato anche l’altra sera) e prosegue, partendo dal fatto che«loro hanno le nostre stesse idee liberali, di centrodestra riformista e quindi anche a Verona è un discorso che si può portare avanti riconoscendoci negli stessi valori».
Quali forme concrete possa avere questo dialogo (vista la quasi impossibilità di portare verso Tosi il simbolo di Forza Italia) resta peraltro ancora tutto da vedere. Intanto Tosi coglie al volo una nuova occasione di sparare a zero contro Matteo Salvini, definendo la manifestazione leghista del 25 aprile in riva all’Adige «una provocazione». La manifestazione sarà intitolata «Se non sei sicuro in casa tua, non sei veramente libero», ma il sindaco ha detto ieri che «il tema della legittima difesa è condivisibilissimo e anche trasversale, perché i cittadini, qualunque idea politica abbiano, se aggrediti in casa propria si devono poter difendere. Se però - ha aggiunto - quella manifestazione la vai a organizzare proprio il 25 aprile (pur avendo a disposizione tutti gli altri 364 giorni dell’anno) ben sapendo che quella è sia la Festa di San Marco sia la festa della Liberazione, allora sembra che tu lo faccia apposta per provocare qualche altra parte politica e per cercare lo scontro, quasi considerando le forze dell’ordine come… carne da macello da interporre fra le opposte fazioni». Conclusione di Tosi, con invito implicitamente diretto a Salvini: «Se vuoi fare quella manifestazione, falla il 24 aprile, falla il 26, falla quando vuoi tu ma non farla proprio in quel giorno, quando più che la sensazione si ha la quasi certezza che sia solo a scopo provocatorio»