Statua con slip sul sagrato, il parroco fa rimuovere l’opera «Rischio banalizzazione»
Don Andrea non si scompone e conferma: «Sì, sono stato io a farmi portavoce della maggioranza della comunità e a chiedere di rimuovere la statua pur riconoscendone la bellezza. Si tratta di un’opera da museo, va spiegata altrimenti corre il rischio di venire banalizzata». O, come avvenuto mercoledì pomeriggio, di essere messa...in mutande. Letteralmente.
Se la missione dell’arte deve essere quella di scatenare reazioni, si può dire che l’opera dello scultore Matteo Faben ha sicuramente raggiunto l’obiettivo. E, a giudicare da quanto accaduto in questi giorni a Casaleone, l’ha persino superato. Perché mai, nella storia del piccolo centro della Bassa veronese, i cittadini si erano così appassionati alla critica artistica. Tutto merito de «La perfezione non è di questo mondo», scultura realizzata dall’artista locale Matteo Faben ed esposta sul sagrato della Chiesa di San Biagio lo scorso 14 marzo dopo un «tour» in mezza Italia avviato nel 2006.
Un Adamo completamente nudo, che ha suscitato scandalo tra la maggioranza dei fedeli e non. «In molti mi hanno contattato puntando il dito contro la statua, limitandosi solo a contestare la nudità» spiega il sacerdote che dice di essersi fatto portavoce della sua comunità. E fiutando la critica locale, l’artista mercoledì ha deciso per la soluzione «mutande». Provocazione o rimedio? Il diretto interessato non si sbilancia. Di fatto, mercoledì Faben ha deciso di coprire le nudità del suo Adamo con un paio di boxer neri.
Ieri mattina, però, le mutande erano sparite. «Non so chi sia stato, ma non nascondo che la sorpresa mi abbia davvero fatto piacere: qualcuno evidentemente ha colto il mio messaggio» racconta Faben che sempre ieri mattina,dopo un incontro con il parroco don Andrea Anselmi, ha deciso di rimuovere anche l’opera. «L’ho riportata nel mio magazzino, si era creata una situazione difficile». Don Andrea conferma di aver chiesto esplicitamente all’artista un «passo indietro». Ma Faben non ha alcuna intenzione di fare polemica: «Tutto torna come prima, avevo deciso di esporla lì perché ritenevo fosse il momento adatto per far circolare un certo messaggio. Non sono stato capito. Ed è ovvio che i fedeli facciano riferimento al parroco. Ma io non ho niente contro la chiesa, anzi continuerò a essere attivo in parrocchia».
E il futuro della statua? Altre esposizioni? Con o senza boxer? Troppo presto per decidere. «Sinceramente non ci ho ancora pensato - commenta Faben -, per ora l’ho riportata qui nel magazzino. Ma ci tengo a dire che qui a Casaleone non c’è nessuna guerra, siamo tutti in pace».