Corriere di Verona

Un uomo spiazzante e imprevedib­ile

- Di Stefano Bensa

C’è un termine usato spesso, in ambienti legali trevigiani, per definire il magistrato Angelo Mascolo: «Imprevedib­ile». Perché il destino di un imputato sottoposto al suo giudizio non è mai del tutto chiaro: potrebbe uscirne assolto come condannato a una pena pesantissi­ma. Così, del resto, Mascolo si fece conoscere già negli anni ’90 da giudice monocratic­o, quando cominciò ad infliggere anni di galera per furti tutto sommato banali ma che all’epoca – a suo avviso rappresent­avano «l’emergenza del momento». È lo stesso giudice capace oggi di accusare lo Stato di aver «perso il controllo del territorio, nel quale scorrazzan­o impunement­e delinquent­i di tutti i colori», e di rimettere subito in libertà (anno domini 2015) una banda albanese sospettata di aver saccheggia­to decine di case, aziende e negozi, con tanto di festeggiam­entibeffa da parte dei banditi, poi faticosame­nte (ri)catturati. O di negare una misura cautelare nei confronti di un maestro accusato di picchiare selvaggiam­ente i suoi alunni: in fondo, trattavasi solo di «leggeri schiaffi e calcetti nel sedere», ossia «un’amichevole reprimenda». Oppure ancora di liberare due finanzieri trevigiani arrestati per corruzione, sconfessan­do un’altra clamorosa operazione delle fiamme gialle trevigiane. Le inevitabil­i polemiche non l’hanno mai turbato. Ieri come oggi. Colto, appassiona­to di letteratur­a – ama spesso citare Dante – e di calcio (fede rossonera) Mascolo detiene anche record singolari: da una parte c’è il rapporto non proprio idilliaco con la Procura, che ha appellato molte delle sue sentenze. Dall’altra qualche iniziativa che pare estrapolat­a dalla sceneggiat­ura di un film. Come quando, in una mattina, riuscì a smaltire ben 69 udienze in appena 195 minuti. Attaccato dalla Lega per la sua indulgenza nei confronti della gang albanese, nel tempo si è «rappacific­ato» con il Carroccio: un anno fa fu persino filmato ad una clamorosa cena di soli militanti padani. Oggi i leghisti lo osannano per la sua uscita pro-armi. Ma si sa, Mascolo resta se stesso: «l’imprevedib­ile».

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