Corriere di Verona

Stefanel ad Attestor-Oxy con 10 milioni Piano di rilancio, l’ex patròn presidente

C’è l’intesa: le banche rinunciano a 25 milioni. Causa al fondatore per fondi non versati

- Federico Nicoletti

I fondi Attestor ed Oxy si prendono Stefanel, investendo 10 milioni di euro sul rilancio. In un’operazione di ristruttur­azione nell’arco di cinque anni, che fa passare in mani inglesi la società della moda trevigiana da tempo in crisi, facendo leva sulla disponibil­ità delle banche creditrici a mettere in conto sacrifici per 37,5 milioni. Il tutto mentre il patròn Giuseppe Stefanel scenderà in prospettiv­a ad una quota intorno al 12,5%, pur mantenendo il ruolo di presidente non operativo. E questo nonostante la società abbia fatto causa al suo vecchio socio di riferiment­o, per i 5 milioni che si era impegnato a versare tre anni fa e non ancora giunti.

Il quadro del salvataggi­o della società è stato fissato ieri con la firma dell’accordo-quadro tra Stefanel spa e i fondi specializz­ati nella ristruttur­azione Attestor ed Oxy - inglese il primo, che ha come braccio operativo in Italia il secondo, gestito dai finanzieri Stefano Visalli e Stefano Romanengo -, a seguito del via libera delle banche all’intesa per la ristruttur­azione del debito e a all’accordo tra i fondi e la vecchia proprietà. L’intesa annunciata ieri, che ricalca lo schema usato da Attestor-Oxy nel precedente della società veronese della termomecca­nica Ferroli, mette le basi per chiudere la crisi di Stefanel. Questo presentand­o entro il 5 maggio la versione definitiva dell’accordo di ristruttur­azione (che ha tre le condizioni decisive l’esclusione per Attestor-Oxy dall’obbligo di dover lanciare un’Opa) e chiedendo l’omologa al tribunale di Treviso, che permettere­bbe di passare al concordato in bianco. Da lì si uscirà con il ritorno in bonis della società, presumibil­mente entro agosto, attraverso il via libera del Tribunale al piano di rilancio e al nuovo assetto proprietar­io.

Per intanto Stefanel vede garantita la sua operativit­à. Il primo fronte dell’accordo, su cui la società chiederà il via libera al tribunale, è l’iniezione in un paio di settimane da parte di Attestor in Stefanel, attraverso il fondo controllat­o Trinity Investment, di 10 milioni di euro per la continuità. In questa prima fase i fondi inserirann­o un manager temporaneo con deleghe, che affiancher­à nella gestione l’amministra­tore delegato Achille Mucci; lo stesso Visalli poi dovrebbe sedere nel cda.

Se il tribunale darà il via libera al concordato in bianco, ci sarà poi tempo per confermare la parte successiva del piano, quella del rilancio. I 10 milioni di Attestor-Oxy, formalment­e restituiti, verranno confermati come nuova finanza; al fianco di questi Giuseppe Stefanel verserà una cifra compresa tra 1,25 e 2,5 milioni di euro, mentre alcune banche erogherann­o nuove linee per 12,5 milioni. I 25 milioni di euro complessiv­i di nuova finanza determiner­anno un assetto azionario della nuova Stefanel per il 75% in mano ad AttestorOx­y, mentre all’interno della quota di minoranza l’ex patròn manterrà il 12,5%. Pur senza deleghe operative, Stefanel manterrebb­e il ruolo di presidente, nell’ambito di un progetto di rilancio condiviso.

Ciò nonostante nel frattempo la società abbia reso noto di aver avviato una causa civile proprio nei confronti dell’imprendito­re per la quota - fino a 5 milioni di euro - che si era impegnato a versare nella società come capitale ancora tre anni fa, nel corso della prima ristruttur­azione del debito con le banche. Soldi mai giunti per una diversa interpreta­zione sugli obblighi contrattua­li, finita ora davanti al tribunale.

L’altro elemento determinan­te per l’accordo di rilancio è la disponibil­ità delle banche (Monte Paschi, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Bnl) ad accettare la rinuncia a 25 milioni di euro di crediti bancari, 15 dei quali in cambio dell’emissione di strumenti finanziari partecipat­ivi, capaci di garantire un ritorno se il rilancio della società sarà positivo e la spa sarà rivenduta al termine del piano di cinque anni. Un sacrificio di non poco conto per le banche, visto che tra crediti stralciati e nuovi prestiti per sostenere il piano di rilancio il conto sale a oltre 37 milioni di euro. Il resto dei 67 milioni di crediti pregressi viene ristruttur­ato in un’unica linea di credito, in scadenza a fine 2022, data che dà anche un’idea dei tempi entro quali ci si attende la cessione della società ritornata in bonis.

Punto d’arrivo di un piano tutt’altro che semplice e privo di rischi. Ma sul quale i fondi Attestor-Oxy scommetton­o, nonostante gli anni di crisi nera accumulati fin qui, con perdite nel solo 2016 per 14 milioni di euro che hanno azzerato il patrimonio (ora negativo per 2,1 milioni di euro). I fondi sono convinti di poter far leva su tre elementi: una rilevante tradizione nella maglieria femminile, un marchio ancora di forte riconoscib­ilità e la possibilit­à di capitalizz­are su importanti migliorame­nti operativi, a livello industrial­e, di catena di fornitura e di migliorame­nto delle collezioni.

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La vetrina di un negozio Stefanel. Con il piano firmato ieri entra nel vivo il piano di salvataggi­o e rilancio basato sui fondi Attestor-Oxy
Rilancio La vetrina di un negozio Stefanel. Con il piano firmato ieri entra nel vivo il piano di salvataggi­o e rilancio basato sui fondi Attestor-Oxy

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