Corriere di Verona

Nel giorno di Traspedini, il gol «sbagliato» di Mascalaito libero

- Di Lorenzo Fabiano

10 novembre del 1968: il Verona ospita al Bentegodi il Pisa alla sesta giornata del campionato di serie A. Cadè schiera la seguente formazione: De Min tra i pali, reparto difensivo composto da Savoia, Ranghino, Batistoni, e Petrelli; centrocamp­o affidato ai piedi buoni di Mazzanti, Maddè, Mascetti, e Sega; i gemelli del gol Bui e Traspedini in attacco. L’Hellas strapazza i toscani e a pochi minuti dal termine conduce 5-2. È la grande giornata di Vincenzo Traspedini, autore di una tripletta. Di Bui e Petrelli le altre due reti gialloblù. A metà ripresa, il tecnico del Pisa Lucchi fa entrare una punta, Luigi Mascalaito. Veronese di San Michele cresciuto tra le fila dell’Azzurra di San Giovanni in Valle, ha debuttato giovanissi­mo in serie A con la maglia dell’Inter. A cinque minuti dalla fine è proprio lui a segnare la terza rete degli ospiti. La stagione successiva Garonzi chiama Lucchi a Verona. Il tecnico romagnolo si porta in dote Mascalaito e ha la geniale intuizione di reinventar­lo nel ruolo di libero. Diverrà la colonna della difesa per cinque anni. A quota 129, ad oggi è il calciatore veronese con il record di presenze in serie A. Appese le scarpe al chiodo, nel 1975 subentra a Cadè alla guida della squadra e centra la promozione nello storico spareggio di Terni con il Catanzaro. Vice per tre stagioni di Valcareggi, Garonzi gli affida nuovamente la panchina nella sfortunata stagione della retrocessi­one del 1979. La sua storia con l’Hellas finisce lì. Ma il cuore rimarrà sempre gialloblù: «Vestire la maglia della squadra della mia città è stato per me un grande onore. Ho potuto realizzare il sogno di quando ero ragazzino e mio padre mi portava a vedere l’Hellas al vecchio Bentegodi» ricorda con un velo di emozione.

In quel Verona-Pisa lei segnò un gol al Bentegodi. Ma lo fece nella porta sbagliata...«Si -sorride- e non servì a nulla perché ne beccammo cinque! Il Verona era molto forte e fece una gran stagione. Quella fu la partita di Vincenzo Traspedini». Allora giocava di punta. Ma nella memoria del popolo gialloblù rimane «Mascalaito libero». «Arrivai a Verona da attaccante. A causa degli infortuni di Savoia e Stenti, Lucchi mi spostò al centro della difesa. Da lì non mi mossi più». Nel 1975 fu artefice in panchina di una sofferta promozione. Anche allora il Verona era dato per favorito. Mascalaito prese la squadra in corsa e affrontò uno spareggio rimasto nella storia. Ce la farà questo Verona a risalire? «Spero tanto di sì. Anche noi avevamo il miglior organico del campionato, ma la serie B è estenuante e imprevedib­ile. La squadra era in difficoltà. Ripartimmo da zero mettendo un mattone alla volta. La ricetta era fatta di equilibrio e umiltà. È la migliore anche oggi».

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