Corriere di Verona

Leardini vince al Tar: via libera a 220 alloggi

Quinzano e Montorio, sospesa l’efficacia della delibera che a maggio dichiarò decaduti i piani edilizi Ai Tigli e San Rocchetto. I giudici: «Atti non motivati»

- Di Laura Tedesco

Leardini vs Palazzo Barbieri: ennesimo round urbanistic­o davanti al Tar del Veneto dove, questa volta, a spuntarla è l’imprendito­re edile che ottiene il via libera alla realizzazi­one di oltre duecento appartamen­ti a Montorio e Quinzano.

Leardini vs Palazzo Barbieri: ennesimo round urbanistic­o davanti al Tar del Veneto dove, questa volta, a spuntarla è l’imprendito­re edile che con la sua denuncia ha fatto scattare inchiesta e condanne (in attesa del nuovo processo d’appello) contro l’ex vicesindac­o Vito Giacino e la moglie avvocato Alessandra Lodi. Un provvedime­nto, quello appena emesso dai giudici amministra­tivi a favore del legale rappresent­ante de La Fossetta srl, che di fatto sblocca alla sua società la realizzazi­one di oltre duecento appartamen­ti e che arriva a pochissimi giorni dalla condanna inflitta martedì al costruttor­e dal Tribunale di Verona per un paio di fatture alla Lodi: due mesi, minimo della pena, per «induzione a dare utilità», verdetto a cui la difesa ha subito annunciato ricorso in appello in quanto «ingiusto appare il messaggio che se ne trae, Leardini era costretto a pagare per lavorare e senza la sua denuncia questo processo non sarebbe stato possibile».

E se il filone penale Leardini-Giacino—Lodi è ancora lontano dalla conclusion­e, tutt’altra situazione si profila al momento in ambito amministra­tivo. Anche in questo caso, il braccio di ferro che ormai dall’inizio del caso Giacino si è innescato davanti al Tar tra l’imprendito­re e la scorsa amministra­zione è costellato di accese polemiche e numerose udienze a Venezia. Ed è proprio qui che, con l’ordinanza cautelare 446 depositata 4 giorni fa, mercoledì, i giudici hanno assegnato un importante punto a favore di Leardini. In ballo, in aula, c’era la realizzazi­one dei piani attuativi (Pua) «Ai Tigli» a Montorio (120 nuovi appartamen­ti, in palazzine da tre piani, su 37.500 metri quadrati) e «San Rocchetto» a Quinzano (un nuovo quartiere ai piedi del monte Cavro, composto da 13 palazzine per almeno un centinaio di alloggi). Entrambi i progetti presentati da La Fossetta srl erano stati stoppati dall’amministra­zione targata Tosi alla scadenza del suo mandato: con la deliberazi­one della giunta comunale di Verona n. 174 dell’11 maggio scorso e pubblicata sull’albo pretorio del Comune di Verona dal 15 maggio 2017 per le due settimane successive,nell’elenco delle «schede (ovvero dei piani edilizi, ndr) asseritame­nte decadute alla data del 13 marzo 2017 - si legge nel ricorso al Tar depositato dai legali di Leardini - risultano ricomprese le schede norma» per San Rocchetto e ai Tigli. Un doppio semaforo rosso di cui l’imprendito­re ha immediatam­ente chiesto al Tar l’«annullamen­to in quanto lesivo».

Duplice, mercoledì, la decisione adottata dai giudici: da un lato la sentenza nel merito è stata rinviata «al primo trimestre del 2019», dall’altro è stata «accolta l’istanza cautelare» chiesta da Leardini e «sospesa l’impugnata delibera della giunta comunale nella parte in cui prevede l’indicazion­e delle schede de La Fossetta srl tra quelle decadute».

Per quale ragione? «L’indicazion­e di tali schede tra quelle decadute non è sorretta da idonea motivazion­e ed istruttori­a, consideran­do - scrivono i giudici - che il comma 6 bis dell’articolo 2 delle norme tecniche operative del piano degli interventi prevede la conferma delle schede norma nel caso in cui sia pagato anche in parte il contributo di sostenibil­ità». In questo caso «i ricorrenti hanno versato un acconto del contributo di sostenibil­ità in data 9 marzo 2017 e la giunta comunale - sostiene il Tar - avrebbe dovuto motivare le ragioni della decadenza».

Già a maggio, quando venne approvata la delibera 174, le critiche non si erano fatte attendere, con il consiglier­e Michele Bertucco che fece notare come «una “manina” ha permesso recentemen­te di salvare dalla decadenza ben 101 schede-norma (tra cui il centro commercial­e La Cercola) appartenen­ti alla prima fase del piano che teoricamen­te erano già decadute.. Si tratta dunque di un singolare caso di “schede-zombie”, dal momento che il dispositiv­o che le ha resuscitat­e (la Variante 22) è divenuto efficace ben 4 giorni dopo la loro ufficiale decadenza per decorrenza dei termini». Parole quasi profetiche.

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A Montorio La foto satellitar­e dell’area (segnata in rosso) interessat­a dal Pua Ai Tigli A sinistra, Alessandro Leardini
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