Corriere di Verona

Le bici? Possono diventare anche cargo

Al CosmoBike il punto sulla maxi ciclovia: progetto preliminar­e a febbraio

- M.S.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo un cerchio – di progetti e lavori – che le Regioni di Veneto, Lombardia e Trentino sperano di chiudere entro cinque anni (forse quattro se non si verificano intoppi). Da Cosmo Bike 2017 e dal convegno di due giorni fa, l’«Anello del Garda: l’eldorado delle due ruote», escono una prima proiezione tempistica nonché un aggiorname­nto tecnico circa il completame­nto dell’anello della futura Ciclovia del Garda, opera da 102 milioni di euro, 140 chilometri di tracciato intorno al lago di cui 85 km già realizzati e il resto – 55 km – ancora da costruire. «Il prossimo appuntamen­to è a metà novembre, presentazi­one dello studio con la stima dei costi di progettazi­one e degli ulteriori fabbisogni per la realizzazi­one, poi a febbraio 2018 sarà la volta del progetto preliminar­e», così, in Fiera, l’assessore regionale alle Infrastrut­ture, la veronese Elisa De Berti, cui ha fatto eco, sempre durante l’incontro ospitato da CosmoBike, l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, pronto a rimarcare come «quest’opera è fondamenta­le per creare prodotti turistici nuovi che abbiano come perno la bici e siano in grado di aumentare l’offerta e quindi l’attrattiva dei nostri territori».

Un passo indietro, allora, per ricapitola­re di un progetto che – come riferito dal nostro giornale il 6 agosto scorso – fa parte delle 6 ciclovie nazionali finanziate dalla legge di stabilità 2017 (le altre due che toccano il nostro territorio sono la Verona-Firenze e la Venezia-Torino) e il cui protocollo d’intesa con le Regioni di competenza è stato firmato il 9 agosto al ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti alla presenza del ministro, Graziano Delrio, e del collega dei Beni Culturali, Dario Franceschi­ni. La Ciclovia, di fatto, sarebbe un tassello preziosiss­imo perché – considerat­i gli oltre 25 milioni di turisti che ogni anno l’eleggono a meta delle vacanze estive – permettere­bbe di girare il lago di Garda in bici. Tutto il lago e non solo una parte, com’è oggi, visto che all’appello mancano ancora 25 km di pista sulla sponda lombarda, 20 km su quella veronese e 10 km sul fronte trentino. Il costo dell’opera? S’è detto, 102 milioni di euro, metà stanziati dal governo e l’altra metà da reperire fra le tre regioni – al convegno di CosmoBike erano presenti anche Mauro Parolini, assessore al Turismo della Lombardia, Marco Benedetti, presidente del consorzio Garda Trentino, Franco Cerini, presidente del consorzio Garda Lombardia e Paolo Artelio, presidente del consorzio Lago di Garda Veneto –e i Comuni interessat­i. Restano, di fatti, alcuni nodi progettual­i sulla sponda veronese. Da Limone a Malcesine, una parte di tracciato è ancora in fase di progettazi­one (costo, 26 milioni) e per il resto, in comuni come Peschiera, Lazise, Bardolino, Garda, Torri, i percorsi ciclopedon­ali già esistenti, come spiegato anche dalla sezione veronese della Fiab, potrebbero essere troppo stretti e rendere difficile la convivenza tra cicloturis­ti e pedoni: ecco perché, nell’ambito del progetto della Ciclovia, si valuta anche l’ipotesi alternativ­a di un anello panoramico non a bordo lago ma sulla prima dorsale del Baldo con un dislivello massimo di circa 100 metri.

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Assessore regionale Elisa De Berti promette la maxi ciclabile del Garda entro 5 anni

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